Le segreterie territoriali di Fim, Fiom e Uilm, insieme alle Rsu di Fincantieri, hanno incontrato oggi Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità Portuale della Sicilia occidentale. A Monti i sindacati hanno espresso forte preoccupazione per il futuro del Cantiere navale di Palermo dopo le notizie apprese sul piano di assegnazione delle aree da parte della stessa Autorità Portuale.

I sindacati hanno chiesto di sapere se, rispetto agli anni passati, sia stato ridotto il perimetro delle aree concesse a Fincantieri e ha chiesto notizie sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica e di consolidamento del bacino da 150 mila tonnellate. Monti ha dichiarato che le concessioni a Fincantieri sono state tutte confermate, precisando che è in atto un'interlocuzione con lo stesso gruppo su un'eventuale redistribuzione e un allargamento delle aree, ma a condizione che l’azienda fornisca un piano industriale con una chiara missione produttiva di costruzioni di navi intere, oltreché di riparazioni e trasformazioni navali.

“Condividiamo quanto dichiarato dal presidente dell’Autorità portuale sulla imprescindibilità da parte di Fincantieri di una chiara missione produttiva relativa alla costruzione di navi intere e non solo di sezioni e tronconi di navi assemblati poi nei cantieri del Nord – dichiarano i segretari territoriali Ludovico Guercio (Fim), Angela Biondi (Fiom) e Vincenzo Comella (Uilm) –. Anche sul bacino da 150 mila tonnellate Monti ci ha informato di voler riprendere, immediatamente dopo la formazione del nuovo governo nazionale, l'interlocuzione per la definizione dell’opera, dopo aver già effettuato i lavori di bonifica e di consolidamento, per una spesa di circa 32 milioni. Inoltre, il presidente ci ha anche informato che a breve sarà formalizzato un bando di gara per le opere di miglioramento della rete fognaria che insiste sotto le aree del cantiere”.

Nei giorni scorsi, si è svolto un incontro sui futuri carichi di lavoro, durante il quale la direzione ha comunicato alle Rsu dello stabilimento che, a proposito dell’allungamento di due navi della Grimaldi, previsto per Palermo, soltanto un troncone verrà fatto in loco. “Il direttore ha dichiarato alle Rsu – continuano i tre dirigenti – di non avere spazi a sufficienza per eseguire le lavorazioni del secondo troncone ed ha anche informato i rappresentanti sindacali della chiusura dell’officina tubisti e dello smantellamento dello stesso reparto produttivo, con conseguente appalto a ditte esterne”.

Inoltre, durante l’incontro si è discusso dell’inutilizzo del bacino 400 mila da maggio a ottobre, per mancanza di commesse. “Questo fatto porterà gravi conseguenze sull’occupazione dei lavoratori dell’indotto – proseguono i sindacalisti  –. Continuiamo a pensare che Fincantieri non abbia smesso di strumentalizzare la questione investimenti e mancanza di infrastrutture. Il cantiere era ed è oggi nelle condizioni di costruire navi: manca la volontà. Chiederemo un incontro con i vertici dell’azienda, e se non ci saranno risposte, daremo seguito allo stato di agitazione, proclamato dalle Rsu. Anche alla luce di questi ultimi fatti, ribadiamo l’esigenza di un tavolo istituzionale che metta insieme tutti i soggetti interessati, compresa Fincantieri, affinché si faccia definitivamente chiarezza”.