Tutti a difendere preventivamente la Fornero: Fondo mondiale, Banca centrale Europea e l'Ocse. Addirittura c'è chi sostiene che i conti previdenziali sarebbero a rischio e andrebbe abolita la quattordicesima ai pensionati. “Questi calcoli partono da presupposti sbagliati. Fanno riferimento all'incidenza della spesa previdenziale sul Pil, ma se non chiariamo cosa c’è in questa spesa previdenziale, operiamo una comparazione con sistemi molto diversi. Nella spesa previdenziale italiana, che attualmente si attesta intorno al 15,5% e in 30 anni dovrebbe arrivare al 18%, vengono computate delle cose che invece in altri sistemi non esistono”. Così il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, intervenuto su RadioArticolo1 nel corso di “Italia Parla”.

 

In particolare, aggiunge il sindacalista, “la voce fiscale che da noi pesa molto, per circa un quarto, è una partita di giro: lo Stato dà pensionati ma poi se la riprende sotto forma di tasse. In più noi abbiamo una componente di spesa assistenziale che ancora viene considerata come spesa previdenziale. Il risultato è che, al netto di queste variabili, l'incidenza attuale della spesa previdenziale sul Pil è allineata abbondantemente alle medie europee e forse anche più bassa, cioè all’11-12%”.

Per quanto riguarda il futuro, la necessità di rivedere la legge Fornero e i proclami dei diversi partiti che si contendono la guida del paese, Ghiselli non ha dubbi: la Cgil riparte con la piattaforma previdenziale predisposta con Cisl e Uil. “Stiamo verificando con le altre due confederazioni la possibilità di rilanciare l'iniziativa appena costituite le commissioni parlamentari e formato il governo. Chiederemo di conoscere le intenzioni di chi avrà la responsabilità politica e in rapporto a quelle posizioni valuteremo se ci sono le condizioni per un confronto, cioè un tavolo che possa produrre dei risultati. O se, invece, occorrerà rilanciare la mobilitazione”.

Altro allarme che viene periodicamente lanciato è quello dei conti dell’Inps. Ma anche qui bisogna fare chiarezza. “Pure in questo caso – sottolinea Ghiselli – c’è il problema di previdenza e assistenza. Per questo andrebbe aumentata la dote che lo Stato trasferisce all'istituto per attività che non gli sono proprie ma derivate da attività assistenziali e che, dunque, dovrebbero essere pagate dalla fiscalità generale”.

C’è poi anche una notevole differenza tra i vari fondi e il loro equilibrio: “Per le gestioni dei lavoratori autonomi c'è un problema di evasione ed elusione contributiva importante. Sul fondo dei lavoratori dipendenti pesa il fatto che gli enti pubblici non versano adeguatamente all'Inps i contributi che devono per i loro dipendenti. Insomma, nessun allarme, ma un problema di gestione. Abbiamo forti riserve su come si fanno economie, come si organizza il servizio e rapporto con l'utenza, il rapporto con i patronati. Insomma, la questione vera riguarda la governance dell’istituo e il ruolo politico dell'attuale presidente dell'Inps che sta interpretando in maniera probabilmente distorta la sua funzione”.