In Liguria, in un solo anno, si sono persi oltre 6 mila posti di lavoro. È la regione del centro-nord con il primato negativo per la disoccupazione e per la perdita di posti di lavoro. “Per il secondo anno di fila perdiamo posti, mentre nel resto del nord-ovest e in tutta Italia avviene l'esatto contrario. Mancano ancora 32.000 occupati per recuperare i livelli pre-crisi. È una situazione molto preoccupante”. A dirlo, ai microfoni di RadioArticolo1 è Federico Vesigna, segretario generale della Cgil Liguria.

Le preoccupazioni, tra l'altro, aumentano perché in Liguria non solo calano gli occupati, ma scende pure il dato relativo ai disoccupati. “La popolazione continua a diminuire – afferma ancora Vesigna – e torna a crescere il lavoro nero. Il risultato è che siamo una regione sempre più piccola e sempre più anziana, in cui il problema demografico resta una vera emergenza, il principale ostacolo alla ripresa. Oggi, quindi, non siamo una regione a misura di giovani”.

In effetti, i giovani o emigrano per cercare lavoro altrove oppure restano, ma non lo cercano più. “I neet calano in tutta Italia, mentre in Liguria crescono del 20%. 7.000 giovani che non studiano e non lavorano in più in un solo anno sono un chiaro segno di una situazione di difficoltà”.

In alcuni settori, comunque, si registrano segnali positivi. “L'occupazione riprende a crescere nell'industria manifatturiera – chiarisce ancora Vesigna – e tiene nel comparto delle altre attività di servizi come nel portuale. I comparti che vanno male sono soprattutto l'agricoltura, le costruzioni e il turismo, nonostante i dati trionfalistici sulle presenze.”

Per far fronte a questa situazione, la Cgil ha avviato un percorso di confronto con tutte le parti sociali, attraverso un documento sulle priorità per le imprese e per i lavoratori liberi. “I temi fondamentali da affrontare – conclude il segretario generale del sindacato regionale – sono il dissesto idrogeologico e l'efficientamento energetico. Siamo arrivati alla definizione di due protocolli con i quali abbiamo costruito le condizioni per i bandi di gara sull'affidamento dei lavori, utilizzando importanti risorse dei fondi europei che mobilitano circa 160 milioni di euro. L'obiettivo è creare le migliori condizioni possibili per far lavorare le imprese e per dare occasioni ai lavoratori svantaggiati, pescando dal bacino del Rei. Ci aspettiamo quindi, nei prossimi tempi, di dare una prima boccata di ossigeno al settore dell'edilizia, che è quello ha più subito gli effetti della crisi. Poi bisogna migliorare le condizioni di lavoro nel turismo e, attraverso la cabina di regia della Regione, creare le condizioni per migliorare la competitività del territorio e le competenze delle nuove generazioni. Vogliamo investire di più e meglio sui giovani”.