Maggiore internalizzazione delle attività, uso più accorto della manodopera interna e una verifica urgente sugli appalti. È quanto chiede Tommaso Moscara, segretario generale della Slc-Cgil Lecce-Brindisi a Tim, in merito al lavoro negato ai dipendenti e affidato in appalto o subappalto all’esterno.

"Più volte abbiamo chiesto sui tavoli ufficiali una maggiore attenzione da parte dell’azienda committente nei confronti degli appalti. Più volte abbiamo portato evidenze dai territori della rappresentazione che l’azienda dimostra nei confronti dei clienti. Più volte abbiamo denunciato come la qualità del servizio verso il cliente spesso viene sminuito da mancanza di professionalità, etichetta e immagine", scrive Moscara.

"Non siamo qui a creare una guerra tra lavoratori, che si concluderebbe come una guerra tra poveri; ma di certo non possiamo esimerci dal denunciare che sul territorio di Lecce girano indisturbati operatori che rappresentano la Tim con 'auto anonime', senza il minimo rispetto delle condizioni di sicurezza e con competenze spesso ridotte. Tutto ciò a fronte dei tecnici, professionalizzati e formati a rappresentare una grande azienda, nelle forme e nei modi consoni alla risoluzione delle lavorazioni loro assegnate", attacca il sindacalista.

Come Slc-Cgil Lecce-Brindisi "rivendichiamo con forza di avere più volte richiamato il committente Tim a controlli più severi: non solo sulla corretta esecuzione dei lavori, ma anche su “integrità e etica” delle imprese di sub-appalto. Non è pensabile che mentre le nostre 'giubbe Rosse' spesso sono in difficoltà ad acquisire attività e rimbalzano da un estremo all’altro della provincia, le “Panda anonime” acquisiscono lavoro spesso con tempi e forme che li costringono a non espletarlo nei giusti modi".

"Per questo chiediamo una maggiore internalizzazione delle attività, utilizzando in maniera più accorta la manodopera sociale, fatta di donne e uomini che conoscono il lavoro e rappresentano l’azienda. A fronte di quanto detto chiediamo all’azienda una verifica urgente e contemporaneamente un confronto responsabile sugli appalti come previsto dall’art. 53 Ccnl", conclude la nota.