A Catania i numeri parlano chiaro: sono circa 5000 le famiglie nelle graduatorie che aspettano da anni una soluzione per problemi abitativi e circa 4000 quelle interessate a procedure di sfratto. Eppure i progetti di inclusione sociale non sono stati ancora avviati. L’allarme è lanciato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che unitamente a Sunia, Sicet e Uniat (sindacati degli inquilini), hanno preso parte agli incontri della cabina di regia sulle misure relative all’inclusione sociale e “mostrano preoccupazione per il ritardo sui tempi di avvio dei progetti”. 

I sindacati ritengono "fondamentale che venga subito avviato l’iter per l’apertura dell’ Agenzia della casa, i cui locali sono stati già stati individuati, sia in fase provvisoria che definitiva". L'obiettivo è quello di "assicurare un sostegno all’accesso all’abitazione, al mantenimento della casa, ad impedire il deterioramento della situazione individuale, in uno stesso luogo in cui le risorse di diversa provenienza trovino la loro migliore combinazione per facilitare l’azione di operatori e servizio”.

Entro febbraio sarà ultimato l’iter per finanziare le prime azioni per l’agenzia della casa per un importo di un milione quattrocentomila euro, a fronte di una progettazione complessiva di oltre 21milioni di euro. “Sollecitiamo  l’amministrazione a fare più in fretta possibile -si legge infine nella nota sindacale - poiché si è partiti in ritardo a causa della farraginosità che caratterizza il PON Metro. Il rischio è che questi soldi non vengano spesi entro i termini previsti nel crono-programma.Lo stesso discorso vale per i progetti dell’Asse 4 sulle infrastrutture per l’inclusione che prevedono il recupero di 144 alloggi a Librino ed il recupero di  2 immobili di cui uno da adibire all’agenzia della casa e l’altro, confiscato alla mafia, a fini imprenditoriali e sociali. Sono ben 18 i milioni di euro che dovranno essere spesi in tempi brevi, soprattutto in considerazione che l’appalto per i 144 appartamenti divisi in due edifici sarà unico".