"La riduzione dei diritti sul lavoro, gli alti livelli di disoccupazione e il profondo divario di genere sono l'humus che favorisce la crescita dei soprusi nei confronti delle donne. Purtroppo i dati Istat lo confermano: dati drammatici e sottostimati, poichè nascondono un fenomeno raramente denunciato". Così il segretario confederale della Cgil, Tania Scacchetti, commenta il rapporto dell'Istat sulle molestie e i ricatti sessuali sul lavoro: "È evidente la correlazione tra questi numeri e le condizioni del lavoro in generale, e delle donne in particolare. Cresce il dato sulle dimissioni in relazione alla nascita dei figli; proliferano gli annunci di offerte di lavoro che selezionano in base allo stato civile e alla volontà o meno di diventare madri; resta drammatica la situazione delle lavoratrici di settori ad alta informalità, come quello domestico; permane lo sfruttamento di donne e uomini stranieri il cui permesso di soggiorno è legato allo svolgimento di una attività lavorativa". 

Secondo la dirigente sindacale "per prevenire questi abusi serve sostenere e allargare la legislazione, estendere gli accordi contro la violenza e le molestie in recepimento della convenzione di Istanbul". È fondamentale, aggiunge, costruire "azioni di formazione e collaborazione per favorire positive relazioni interpersonali negli ambienti di lavoro, oltre che assicurare tutela sociale e sanitaria. Tutte azioni che la Cgil ha sempre sostenuto e praticato". Inoltre "bisogna fare di più per contrastare gli abusi di potere, dimostrati dal fatto che il fenomeno riguarda, pur in misura fortemente ridotta, anche gli uomini. È necessario che i luoghi di lavoro siano giusti ed equi, al di là delle gerarchie e delle dinamiche di potere, per tutti indipendentemente dal sesso". E così conclude: "Per combattere le molestie e la violenza contro le donne è importante favorire la qualità del lavoro, i diritti, il superamento delle disuguaglianze, il ruolo e il lavoro delle donne. Solo così gli uomini, troppo spesso impuniti, avranno maggiori difficoltà a molestarle e a violare la loro dignità".