Non si ferma il progetto di disinvestimento di Carlson Wagonlit sul territorio italiano, che ora annuncia di voler chiudere la storica sede di Torino, aprendo le porte ad altri 50 licenziamenti. Dopo avere abbandonato le sedi di Firenze, Bologna e Padova, la multinazionale dei viaggi d’affari continua sulla strada dello spostamento di attività verso i Paesi dell’Est, alla ricerca di un costo del lavoro più basso, diminuendo quindi la forza lavoro in Italia, Francia e Spagna.

Un disegno che non tiene conto delle caratteristiche del settore nel nostro Paese dove, nonostante la digitalizzazione, è ancora importantissimo il rapporto con il territorio e dove le aziende chiedono un livello di servizio sempre più alto. La scelta di spostare i servizi ai viaggiatori in Polonia, oltre a far perdere sin da subito decine di posti di lavoro in Italia, rischia di mettere a repentaglio il futuro dell’azienda nel suo complesso, a causa dello scadimento del servizio e dell’abbandono del territorio.

“Nei prossimi giorni l’azienda formalizzerà i licenziamenti annunciati con una procedura formale come previsto dalla legge 223/91 – spiega Luca De Zolt della Filcams Cgil – ma la trattativa si preannuncia molto complessa, sia perché le scelte di Carlson sono folli, sia perché non abbiamo molti strumenti a disposizione per attutire l’effetto di queste scelte sulle persone, in quanto in caso di chiusura di sede non ci sono ammortizzatori sociali disponibili. Servirà una mobilitazione molto forte dei lavoratori e un interessamento delle istituzioni per trovare soluzioni adeguate, noi di certo non ci diamo per vinti” conclude il sindacalista.