Nella giornata di oggi, 18 gennaio, si è tenuto l’incontro fra Tim e organizzazioni sindacali, unitamente al coordinamento nazionale Rsu. “Nel corso dell’incontro, l’azienda, dopo una sintetica illustrazione dello scenario che caratterizza il settore delle Tlc e delle dinamiche che lo stanno attraversando, ha illustrato le linee generali che caratterizzano il piano strategico di Tim e indicato nella centralità del cliente, nella convergenza e nei contenuti i cosiddetti driver sui quali poggiare il piano di rilancio dell’azienda”. Così annuncia una nota congiunta delle segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil.

“L’azienda, poi, ha proceduto a illustrare il piano di gestione degli organici, conseguente all’implementazione del piano strategico. Nel dettaglio, il piano, illustrato dal management, presuppone uscite volontarie ex articolo 4 della 'Fornero' (come modificato dall’ultima legge di Stabilità, ovvero 7 anni), concentrate nel solo 2018, per un totale stimato di circa 4.000 unità, cui vanno aggiunti esodi incentivati nel triennio 2018-19-20, per circa 2.500 unità”, rilevano i sindacati di categoria.

“Sempre nell’ottica di accompagnamento al piano di trasformazione digitale dei processi, l’azienda individua un corposo piano di formazione/riqualificazione professionale, anche in relazione a processi di reinternalizzazione di attività che interesseranno tutti i dipendenti. Inoltre, il gruppo, sempre in un’ottica di rilancio dei business innovativi e recupero di competenze professionali, ha dichiarato la disponibilità a un piano di assunzioni per circa 2.000 unità, sostenuto dall’utilizzo della cosiddetta solidarietà espansiva, che presuppone, nel caso specifico, una riduzione strutturale dell’orario di lavoro e della retribuzione di 20 minuti giornalieri per tutti i lavoratori”, continuano le tre sigle.

“A fronte di quanto esposto dall’azienda, dichiariamo la nostra disponibilità al confronto di merito, ferma restando la necessità di approfondimenti e risposte adeguate su tutte le tematiche, ivi inclusa la strategicità della tenuta del perimetro aziendale, a partire dalla rete, e livelli idonei degli investimenti atti a sostenere credibilmente il piano strategico 2018-20. Gli strumenti di esodo volontario, fermi restando i necessari approfondimenti, appaiono in prima analisi insufficienti a garantire un’adeguata tutela del personale coinvolto. In tale contesto di confronto, è imprescindibile riaffermare e condividere risposte positive che, coerentemente con le attuali politiche contrattuali, concretizzino il secondo livello di contrattazione per i dipendenti”, aggiungono i sindacati.

“Nell’evidenziare che molto dipenderà dalla qualità delle effettive disponibilità che il gruppo manifesterà al tavolo, pur confermando il nostro impegno ad un confronto serrato, abbiamo altresì precisato che la grande complessità delle tematiche esposte e i passaggi democratici necessari non possono essere bypassati da una scadenza imposta unilateralmente dall’azienda, pena il rischio d'insuccesso del negoziato con le relative conseguenze”, concludono i confederali.