"Un confronto con molte ombre e alcune luci, che se da una parte ci ha aiutato ad affrontare rilevanti criticità, insieme alle associazioni delle cooperative e alle imprese operanti nel settore ittico, dall'altra non scioglie ancora importanti nodi che riguardano l'appesantimento burocratico, a cui sono sottoposti i pescatori. Una condizione che rischia d'indebolire anche i diritti e le tutele di tanti lavoratori del comparto". Lo affermano Fai Cisl, Flai Cgil e Uilapesca, in merito all'incontro del 16 gennaio con le Dg ammortizzatori sociali e Dg pesca del Mipaaf, in relazione all'indennità di fermo biologico 2017.

"Purtroppo, avevamo previsto le difficoltà che sul territorio si stanno vivendo, quando abbiamo appreso dell’esistenza di un decreto interministeriale, intervenuto al riguardo il 23 novembre scorso, i cui contenuti siamo riusciti però a conoscere solo grazie alla circolare ministeriale del 22 dicembre. Un decreto che ha fissato perentoriamente al 31 gennaio 2018 il termine ultimo per la presentazione delle domande", rilevano le tre sigle.

"Tutto questo, senza che ci sia stato il minimo coinvolgimento delle parti sociali. Un confronto, al contrario, a nostro avviso importante e necessario per comprendere le specificità del settore, che in passato, anche nei periodi precedenti allo strumento della cigs in deroga, ha permesso l’individuazione di soluzioni adeguate ai bisogni di un comparto, che contrariamente a tutti gli altri settori produttivi, è obbligato a sospendere l’attività lavorativa da una misura imposta da atti amministrativi", proseguono i sindacati di categoria.

"Avevamo apprezzato l’impegno del governo, che individuando nella legge di Stabilità 2017 lo strumento delle indennità per i lavoratori, quale misura di sostegno al reddito, aveva garantito una reale risposta a tutto il comparto. Avremmo potuto gestire tale strumento con un iter snello, che, anche grazie al confronto sindacale nelle marinerie, ci ha consentito negli anni scorsi di tutelare al meglio i lavoratori, soprattutto in un settore governato da un sistema di retribuzione alla parte e dal minimo monetario garantito", aggiungono i confederali.

"Per tali ragioni, auspichiamo fortemente di avere un riscontro positivo alle istanze da noi poste ai ministri competenti, sia in merito alla proroga del termine del 31 gennaio sia in tema di tutela dei diritti dei lavoratori, che sono i destinatari di tali misure. Ci auguriamo che il tavolo tecnico, istituito presso i ministeri, possa essere anche l’occasione, in previsione della gestione di queste risorse per il 2018, per dare risposte che evitino ai pescatori di affogare in un mare di carte", concludono i sindacati.