Tornano al lavoro sette lavoratori 'storici' della mensa Fincantieri di Palermo, rimasti fuori due anni fa, in seguito al cambio d'appalto dalla Euroristorazione alla Cot. A riconquistare il loro posto, sono addetti al servizio mensa e cuochi, che da circa vent'anni lavoravano in modo continuativo, cambiando datori di lavoro quando cambiavano i bandi, sempre nel rispetto della clausola sociale, prevista dal contratto collettivo nazionale applicato.

Dopo una lunga vertenza seguita da Filcams e Fiom locali, la Cot entro il primo febbraio procederà alla loro assunzione. Sarà applicata, così come chiedevano le due categorie, la clausola di salvaguardia, prevista dal contratto collettivo nazionale di riferimento, anche nei casi di cambio di gestione del servizio. Nel 2016 erano stati licenziati in 12 nel cambio appalto. I sette lavoratori ex Euroristorazione riassunti saranno impiegati tre nella mensa di Fincantieri e gli altri impegnati all'interno dell'organizzazione aziendale.

Per l'accordo sindacale raggiunto, i lavoratori ritireranno la causa contro l'azienda e sottoscriveranno la conciliazione individuale con la Cot. “Siamo soddisfatti del risultato raggiunto, il rientro al lavoro è stata sempre la nostra rivendicazione – dichiara Laura Di Martino, Filcams Palermo –. I lavoratori manterranno tutte le tutele previste dall’ex articolo 18 in caso di licenziamenti illegittimi”. Aggiunge Francesco Foti, Fiom Palermo: “In questi due anni siamo sempre stati accanto ai lavoratori addetti al servizio mensa, che per noi sono parte integrante del circuito Fincantieri. La vertenza è stata dura, ma alla fine ha prevalso il buonsenso”.

Due anni fa, Fincantieri decide unilateralmente di chiudere le cucine in loco e opta per il pasto veicolato. Da allora, l’aggiudicatrice del nuovo bando, la Cot ristorazione, prepara i pasti per le tute blu dello stabilimento nelle cucine di Brancaccio e poi porta il cibo al cantiere navale. Per solidarietà nei confronti degli addetti al servizio mensa, seguiti dalla Filcams, gli operai della Fiom organizzarono scioperi e proclamarono lo stato di agitazione, boicottando anche il cibo. La protesta sbarcò anche in Prefettura e proseguì con i contenziosi e con l'infinita serie di riunioni all'ufficio provinciale del lavoro. Ora, dopo due anni esatti, per i lavoratori che furono messi alla porta senza preavviso - il primo febbraio 2016 - la parola fine sulla vertenza.