Un fatto gravissimo. Così la Cgil commenta la decisione della Cassazione di derubricare il capo di imputazione a carico dell’ex ad Schmidheiny nel processo Eternit bis da omicidio volontario a omicidio colposo. Questo "significa non garantire che sia fatta pienamente giustizia per la morte di centinaia e centinaia di persone e lavoratori, avvenuta in nome del profitto. E spezzettare il processo comporta l’ulteriore allungamento dei tempi, con il rischio della prescrizione”: così commenta Claudio Iannilli, responsabile politiche amianto e bonifiche del sindacatio di corso d'Italia. 

Con questa sentenza, dunque, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi della Procura generale di Torino e del Pm contro la decisione del Gup torinese che aveva "spacchettato" il processo per le morti da Eternit, distribuendo la competenza anche a Napoli, Vercelli e Reggio Emilia.  Rammarico per la richiesta del Pg è stato espresso dal sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, e da Assunta Prato dell'Associazione familiari vittime dell'amianto.

“La Cgil non intende arretrare - continua Iannilli - e metterà in piedi un’iniziativa affinché sia fatta giustizia”. “Nel nostro Paese - ricorda il dirigente sindacale - ogni anno muoiono circa 3 mila lavoratori e cittadini di mesotelioma, ed è un numero destinato a crescere. Una strage che non può rimanere impunita”.

Per questo motivo, tra l'altro la Cgil ritiene "inaccettabile che nella legge di Bilancio non si preveda lo stanziamento di risorse per eliminare l'amianto dal nostro Paese, un Paese in cui - conclude Iannilli - non si fanno discariche, non si fanno bonifiche e nelle scuole e negli edifici, pubblici e non, ancora oggi c'è una forte presenza di questo pericoloso materiale”.

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