Arrivano i sigilli al Caprilli e l'Slc continua a chiedere occupazione per i lavoratori che l'hanno persa, che dal primo gennaio 2018 perderanno gli ammortizzatori e che sono ancora partecipate. La chiusura del Caprilli, oltre all'impoverimento storico e d'immagine per la città, ha portato con sé un dramma sociale per i lavoratori che hanno perso il posto e che alla fine del 2017 perderanno anche gli ammortizzatori.

“Apparentemente, assieme all'Ippodromo di Livorno, si chiude anche una storia, ma è solo apparenza – esordisce il segretario generale Slc locale, Beppe Luongo –. In realtà, il lavoro è stato buttato fuori da circa due anni. Misurare il tempo è più facile quando è terminata, o sta per terminare, anche l'ultima povera quota Naspi”. La maggior parte di coloro che hanno trovato una ricollocazione vivono di contratti poveri e precari, perdendo ogni diritto agli ammortizzatori, e chi riceverà l'ultima quota di Naspi riscuoterà forse 300 euro. Per questi lavoratori, l'ultima speranza sono le aziende partecipate del Comune di Livorno, in quanto inseriti di diritto nelle graduatorie, ma il tempo è tiranno, perchè anche le graduatorie scadranno a fine anno.

“È solo apparenza – prosegue il dirigente sindacale –, perché il problema del Caprilli è anche il problema del lavoro per quelle persone che lo hanno perso e aspettavano una ricollocazione, che ancora la cercano e legittimamente la richiedono. Ma se qualcosa dve'essere fatto per questi lavoratori, bisogna farlo in fretta, in quanto la gestione delle partecipate a inizio 2018 passerà alla Regione e in più scadranno le graduatorie”.

I confederali hanno chiesto un incontro urgente all'amministrazione e alla Regione e la categoria ha chiesto ufficialmente anche lo stato delle partecipate per capire se e dove saranno fatte assunzioni, per cercare di attivare gli ultimi canali disponibili. Resta, poi, un'ultima, ma non meno importante questione: che ne sarà dello storico ippodromo di Livorno? “C'è il problema di cosa si farà su quell'area: quali servizi e quale lavoro, domande che la nostra città non smetterà di fare, anche se danno fastidio”, conclude l'esponente Cgil. In attesa di una risposta dal Comune rispetto all'inserimento in altre aziende.