Tavoli per il rinnovo dei contratti insediati e trattative avviate, ci può fare una stima dei tempi?

Per il contratto delle Funzioni centrali e della Sanità il tavolo, oltre a essere stato istruito, ha avviato un primo confronto sugli istituti del rapporto di lavoro. E abbiamo messo in cantiere anche una prima discussione sul nuovo modello di relazioni sindacali. Ci sarà bisogno di fare ancora un numero importante di incontri ma con l’obiettivo di arrivare in prossimità della fine dell’anno con un testo che sia condiviso. Questo ci permetterebbe di combinare l’approvazione della legge di Bilancio – che è prevista più o meno per lo stesso periodo – con il lavoro preparatorio che avremo fatto e di provare quindi a sottoscrivere un’ipotesi di accordo. Per quanto riguarda, invece, le Funzioni locali, ho notizia che nell’arco di pochi giorni arriverà l’atto di indirizzo nella sua forma definitiva. Nonostante ciò sarà uno sforzo grosso quello di mettere in fila tutti questi tavoli di contrattazione, ma cercheremo di non lasciare nessuno indietro.

Tanti i capitoli che il prossimo contratto dovrà affrontare. Ritiene, dopo anni di blocco e di tanti cambiamenti, che la contrattazione debba essere preminente su anni di stratificazione legislativa?

Adesso abbiamo un riferimento legislativo che ci permetterà – qualora fosse necessario – di riscrivere le regole che sono state definite attraverso lo strumento della legge. Questo ci tranquillizza per alcuni versi: si è rimesso un po’ di ordine nelle competenze tra le fonti ed è più netto il distinguo tra fonte contrattuale e fonte legislativa, sapendo con maggiore certezza che la fonte contrattuale si occupa del rapporto di lavoro e tutto ciò che è connesso a esso, mentre la fonte legislativa è più orientata a definire le scelte che riguardano i processi e l’organizzazione delle attività. È vero che la legislazione si è ‘appropriata’ di temi che erano tipici del rapporto di lavoro in questi anni, ma non credo che ci sarà bisogno di grandi stravolgimenti perché dal 2009 a oggi i casi sono stati abbastanza limitati.

Proprio in ragione degli anni passati e dei cambiamenti intercorsi, il prossimo contratto non potrà essere una semplice ‘manutenzione’ di quello che c’è ma una vera e propria ‘innovazione’. L’Aran è pronta per questa sfida?

Sì, è una sfida interessante e avvincente. Io credo che sia un’opportunità che va assolutamente sfruttata. L’augurio è che la fretta di raggiungere rapidamente un risultato non comprometta la qualità del lavoro che dobbiamo fare.

Lei sarà ricordato come quel presidente che ha contribuito a riscrivere il capitolo delle relazioni sindacali e della partecipazione. Quale è il punto qualificante che potremmo trovare nel nuovo modello?

Il punto qualificante è che si rintraccia un modo diverso di fare relazioni sindacali rispetto a quello che abbiamo tradizionalmente conosciuto, anche negli anni precedenti alla riforma Brunetta. Si cercherà di coinvolgere le organizzazioni sindacali sulle scelte rilevanti che devono assumere le amministrazioni. Siamo convinti che il confronto sarà l’occasione per ricevere un contributo concreto da parte dei sindacati sulle scelte dei modi attraverso i quali rendere i servizi all’utenza. Questi sono i tratti essenziali del nuovo modello che però dobbiamo ancora sperimentare e io mi auguro che ci sia condivisione da parte di tutti nel provare a metterlo in campo.