“È preoccupante che il gruppo Unicredit continui in questa opera di dismissione e ridimensionamento del perimetro, cedendo intere attività, come il Pegno, ad alta redditività e senza preoccuparsi delle conseguenze sociali che queste cessioni possono comportare”. Lo affermano in una nota i sindacati dei bancari di Milano (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Ugl Credito, Uilca e Unisin, con le segreterie di gruppo Unicredit).

“Da più di un anno – prosegue la nota – i colleghi del Pegno ci segnalano 'strane' visite guidate all’interno delle filiali da parte di soggetti appartenenti a Dorotheum, famosa casa d’aste austriaca e leader nel settore a livello europeo. Costoro sono sempre sembrati molto interessati soprattutto al lavoro degli estimatori, figura professionale che necessita di grande esperienza e professionalità. A nostre precise domande, UniCredit ha sempre risposto che tutte le attività sono suscettibili di valutazioni da parte del management e che eventuale interesse non era sinonimo di vendita. Lo scorso venerdì 20 ottobre, l’autorevole testata economico/finanziaria il Sole24Ore, in un dettagliato articolo, ne dà per certa la vendita facendo anche il nome dell’ipotetico soggetto compratore. Casualmente lo stesso che da tempo sta visitando le nostre agenzie”.

“Ricordiamo all’azienda – prosegue il comunicato – che il pegno non è soltanto una funzione, ma è un settore composto da lavoratrici e lavoratori con elevate professionalità. Colleghi che oltre a vedere nei mesi scorsi team di esterni aggirarsi nelle varie sedi a visionare il loro lavoro, continuano a leggere notizie di vendita e di fatto vivono in un pesante clima di incertezza, di stress da lavoro correlato 'in vendita'. Inoltre il pegno, in particolare in questi anni di crisi, ha svolto e svolge la funzione di ultimo baluardo prima dell'usura, un importante ruolo sociale che queste incertezze possono mettere in crisi. Peraltro nasce in Italia nella seconda metà del ‘500 su iniziativa di frati francescani allo scopo di erogare microcredito per arginare proprio l’usura”.

Per i sindacati è incomprensibile il fatto che Unicredit ceda l’ennesimo settore: “Continuiamo a non condividere le politiche di cessione e/o esternalizzazione, soprattutto non avendo più necessità di cassa dopo il successo dell’aumento di capitale. Per tutti questi motivi chiediamo con fermezza chiarimenti, vogliamo sapere se esiste un negoziato, se questo negoziato è a livello progettuale o intenzionale, se tra i beni del pegno rientrano anche i colleghi addetti alle strutture, oppure se queste persone sono destinate a rimanere e/o rientrare in banca con altre mansioni”.