“Parlare di dignità del lavoro significa parlare di lavoro di qualità, con diritti. Purtroppo il recupero occupazionale, di cui il governo fa sfoggio e che in termini numerici nessuno nega, è determinato quasi esclusivamente dal balzo in avanti dei contratti precari o a tempo determinato, la maggioranza dei quali di durata inferiore ai sei mesi. Ancora lavoro debole, precario e povero”. Così la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti commenta le rilevazioni 'Occupati e disoccupati' diffuse quest'oggi dall'Istat.

Nelle cifre dell'Istituto, aumenta al 35,7% a settembre il tasso della disoccupazione giovanile (+0,6 punti percentuali su base mensile). Il tasso cresce tra i 25-34enni (+0,7 punti), cala tra i 35-49enni (-0,3 punti) e rimane stabile tra gli ultracinquantenni. Sul fronte degli inattivi, il tasso di inattività cresce tra i 25-34enni (+0,2 punti), rimane stabile tra i 35-49enni e cala tra gli over 50 (-0,1 punti). La disoccupazione generale resta ferma all'11,1%.

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La dirigente sindacale esprime preoccupazione per “le modifiche e il peggioramento nella composizione dell'occupazione” poiché, sottolinea, “alla crescita degli occupati non corrisponde una crescita analoga dei posti di lavoro standard e delle ore lavorate. Il contratto a tempo indeterminato - spiega - è rimasto sostanzialmente stabile dal 2008 ad oggi e l’aumento del numero dei precari, sommato al part time involontario, produce una cifra record di oltre 4,5 milioni di persone che svolgono un’attività che non hanno scelto e che non vorrebbero, così come calcolato dalla Fondazione Di Vittorio”.

“A ciò si aggiungono gli indici di disoccupazione che - prosegue Scacchetti - nelle stesse stime del governo, contenute nel Def, rimangono stabilmente superiori al 10%, anche per i prossimi anni”. Infine, “il futuro dei giovani nel nostro paese è condizionato da una disoccupazione che sale al 35,7%”.

“Basterebbe questo - sottolinea Scacchetti - a evidenziare la necessità di un cambio di passo nelle politiche economiche e del lavoro, come da tempo proponiamo con il ‘Piano straordinario per l’occupazione’ e con la ‘Carta dei diritti’”.