Presìdi nei porti, negli interporti e nelle aree della logistica. E una miriade d'iniziative capillari in tutto il Paese, in occasione dello sciopero generale organizzato per lunedì 30 e martedì 31 ottobre da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil nella logistica, autotrasporto, distribuzione e spedizione delle merci. Lo sciopero, spiegano i sindacati, è stato indetto “per il rinnovo del contratto nazionale unico di settore per tutti (dipendenti diretti, indiretti, autotrasportatori, soci e dipendenti di cooperative e delle imprese di spedizione), unitamente alla richiesta di tutele, diritti, legalità, incremento della retribuzione e delle indennità, alla clausola sociale, alle internalizzazioni, al superamento del subappalto e al contrasto del fenomeno del distacco transnazionale”.

La mobilitazione, in verità, è iniziata venerdì 27 ottobre, con lo stop dei dipendenti delle aziende che svolgono servizi essenziali (come il trasporto del combustibile per riscaldamento o a rilevanza pubblica, il trasporto di prodotti alimentari di prima necessità, latte, medicinali e forniture per ospedali, animali vivi). Nella prima giornata le adesioni sono state pressoché totali: “Vanno dall’80 per cento fino a raggiungere, salvaguardando i servizi minimi essenziali previsti per legge, la totalità dell’astensione dal lavoro”. E’ quanto riferisce la Filt Cgil. Secondo quanto riporta la federazione dei trasporti della Cgil “le adesioni più significative si registrano in Piemonte, ad Arquata Scrivia presso la raffineria, in Liguria alla raffineria di Vado Ligure (Savona), in Lombardia presso la raffineria di Sannazzaro (Pavia) ed i depositi di carburante di Lacchiarella, Pregnana e Arluno (Milano), in Veneto a Porto Marghera dove è fermo il petrolchimico, in Emilia Romagna presso l’area di carico Petra del porto di Ravenna, in Toscana presso raffineria Eni di Livorno e ad Calenzano (Firenze) presso il deposito Eni, in Sicilia nell’area industriale di Siracusa ed in Sardegna al porto di Cagliari ed a Porto Torres (Sassari)”.

"Auspichiamo la chiusura in tempi rapidi della trattativa, ma lo sciopero si rende necessario per garantire l’unicità del ccnl e sostenere, a quasi due anni dalla scadenza, un rapido e indifferibile rinnovo che superi le divisioni fra le tante associazioni datoriali presenti al tavolo negoziale" sostiene la segretaria nazionale Filt Cgil Giulia Guida: "Il settore necessita del contratto anche come funzione di regolazione del sistema, in un settore strategico per l'economia, dove sono in atto le grandi trasformazioni del mercato e gli investimenti in innovazione tecnologica, e dove serve coniugare lavoro di qualità e un incremento salariale adeguato rispetto alla crescita del comparto”.

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