Gli atti commessi dalle forze dell'ordine a Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001 sono atti di tortura. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani, che ha condannato l'Italia per le azioni dei membri delle forze dell'ordine, e perché lo Stato non ha condotto un'indagine efficace. I giudici hanno riconosciuto ai ricorrenti il diritto a ricevere tra 10mila e 85mila euro a testa per i danni morali. È quanto riferiscono le agenzie di stampa.

"Le sentenze, giuste e attese, con cui la Corte europea dei diritti umani ha condannato lo Stato italiano sono destinate a lasciare il segno, ed evidenziano l'arretratezza del nostro impianto giuridico sul tema dei diritti umani e civili e sul reato di tortura”. Lo affermano, in una nota congiunta, il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra e il segretario generale del Silp Cgil Daniele Tissone.

"Il reato di tortura - proseguono i due dirigenti sindacali - è presente in tutti gli ordinamenti dei paesi democratici avanzati. La sua introduzione in Italia era necessaria sia per dare maggiore garanzie ai cittadini e per fare giustizia in casi come il G8 di Genova, sia per tutelare il lavoro dei poliziotti onesti e perbene. Ma per poter conseguire realmente questi obiettivi - sottolineano - la norma in vigore da luglio deve essere corretta e implementata”.

Massafra e Tissone aggiungono poi che “occorre essere inflessibili con chi, poliziotti o guardie carcerarie, commette abusi e torture, come accaduto nella caserma di Bolzaneto e nel carcere di Asti. Le due sentenze - concludono - siano un monito, per chi opera nel comparto sicurezza a tutti i livelli e per la politica, che è chiamata ora a recuperare ritardi insopportabili”.