Bolognetta-Lercara: Feneal, Filca, Fillea Palermo chiedono di rinviare l'appuntamento, fissato per il 6 ottobre alle 9, alla direzione territoriale del Lavoro, per l'accordo sulla procedura di riduzione del personale. “Abbiamo chiesto all'azienda, e lo chiediamo anche alla direzione territoriale, di rimandare l'incontro per acquisire l'esito del confronto con Anas che si terrà l'11”, dicono i sindacati. E intanto oggi, con la preoccupazione che aumenta, gli operai sono di nuovo in sciopero per protestare contro la decisione dell'azienda di voler forzare i termini della procedura.

Dalla Bolognetta Scpa, la risposta arrivata è stata negativa: la società contraente intende chiudere la procedura e far partire i licenziamenti dei 61 operai a tempo indeterminato, a partire da lunedì 9 ottobre. “È una posizione per noi inaccettabile – osservano gli edili –. Non ci risulta che l'Anas abbia assunto alcuna decisione inerente alla modifica progettuale dell'ammodernamento della Palermo-Lercara. Quindi, prospettare una riduzione del personale è ingiustificato. Chiediamo, anche per rispetto istituzionale, di attendere l'incontro di mercoledì prossimo con l'assessore alle infrastrutture Luigi Bosco, l'Anas, l'azienda e i sindacati”.

“Se è vero che è in corso una trattativa con Anas – rilevano Ignazio Baudo, Paolo D'Anca e Francesco Piastra –, da parte del contraente generale Bolognetta spca su una perizia di variante, o su una sospensione momentanea del cantiere, ci sarebbero le motivazioni per fare ricorso alla cassa integrazione, in attesa che l'ente assuma una decisione. Al posto dei licenziamenti, si potrebbero utilizzare ammortizzatori sociali conservativi del rapporto di lavoro”.

Al momento, l'opera è quasi ferma. “Su questa vicenda pesa il silenzio del ministero alle Infrastrutture, che continua a dare rassicurazioni ai sindaci, mentre l'opera di fatto langue e le aziende dell'indotto sono ferme e c'è ancora molto lavoro d fare. Da tempo, chiediamo che il ministero si occupi della questione. Invece, si continua a fare e propaganda sui milioni stanziati per futuri cantieri e non si riesce a concludere opere in corso che rischiano di rimanere delle incompiute”.