"Al di là delle solite polemiche interne all’assemblea capitolina, riteniamo interessante e impegnativo l’argomento oggetto della discussione odierna intorno al reddito d’inclusione (ReI), misura che entrerà in vigore a partire dal prossimo 1° gennaio. Ormai siamo abituati alla distrazione dell’attuale amministrazione circa le relazioni con le parti sociali e ce ne siamo fatti una ragione. Vorrà dire che le nostre proposte le esporremo direttamente in piazza”. Così in una nota Roberto Giordano, segretario della Cgil di Roma e del Lazio.

“È un peccato, però, perché l’argomento del ReI – sostenuto da un’ampia rappresentanza di associazioni costituenti l’Alleanza contro la povertà – deve diventare d’interesse generale. Si tratta di una misura che, nelle intenzioni del legislatore, non è di natura meramente assistenziale, ma deve diventare d’inclusione nel mondo sociale e lavorativo. Snocciolando i numeri che lo stesso governo ha fornito, scopriamo però che tale misura ha diversi punti di caduta, uno fra tutti quello che non reca un carattere universalistico, cioè rivolto all’intera platea di riferimento”.

“In una condizione drammatica di povertà e disagio crescenti – conclude l'esponente della Cgil –, piuttosto che alle polemiche pre-elettorali, saremmo interessati a ragionare sulla possibilità di estendere la platea dei beneficiari della misura in discussione. Se fossimo in un paese normale, si costituirebbe un tavolo di confronto fra organizzazioni sindacali, Roma Capitale e Regione Lazio (competente per la materia lavoristica) per affrontare il tema e dare un contributo fattivo. Ma per avere un paese normale ci vuole ancora tempo".