Inferno trasporti: ferrovie, Alitalia, trasporto pubblico locale. Spostarsi nel nostro paese sembra sia diventato sempre più complicato, così come per i lavoratori operare in questo settore. Di questi temi ha parlato Alessandro Rocchi, segretario generale della Filt Cgil, nel suo intervento su RadioArticolo1 nel corso di “Italia Parla”.

A cominciare da Alitalia, visto che Ryanair presenterà una proposta vincolante entro la scadenza del 2 ottobre, come ha annunciato il numero uno della società Michael O'Leary. Cosa accadrà alla nostra compagnia di bandiera? “Noi continuiamo a essere convinti – spiega Rocchi – del fatto che la procedura di cessione in corso ha prospettive positive se al termine di questa operazione risulterà garantita, mantenuta e rafforzata l'unitarietà dell'azienda. Purtroppo, stando al poco che se ne sa ora, questa prospettiva non è affatto garantita”. Su Ryanair, colpisce il fatto che “ogni volta che O'Leary parla sente l'esigenza di dover dire che ci saranno meno scioperi e meno sindacato. Come è noto la sua è un'azienda nella quale ai dipendenti è vietata l'adesione al sindacato: viene loro negato, insomma, il diritto alla rappresentanza. Altra questione, non ci convince la proposta di un azionariato diffuso: la storia di Alitalia nei momenti di crisi è costellata di annunci simili a questo. Al momento ci sembra una boutade priva di prospettiva”. Inoltre, spiega Rocchi, “l’idea di uno spazio nel mercato globale su una fascia di servizio low cost è assolutamente inadeguata per una realtà come quella di Alitalia”.

 

Il sindacalista si è poi soffermato sul trasporto pubblico locale, in profonda crisi. “Ci sono aziende in giro per l’Italia che nel corso dell'ultimo decennio hanno affrontato procedure fallimentari e in qualche caso sono fallite. Si tratta di un fenomeno di degrado progressivo che viene da lontano e che ha diverse cause. A cominciare dalla scarsità delle risorse disponibili, sebbene da 5 anni almeno ci sia un fondo nazionale del valore di quasi 5 miliardi l'anno, certamente inferiore al fabbisogno, ma che almeno è stabile”.

“L'altro problema – spiega il numero uno della Filt – è quello degli interventi legislativi che rischiano di produrre maggiore confusione: esattamente il contrario, cioè, dell'obiettivo dichiarato che era quello di rendere più certe e trasparenti le regole di regolazione del settore. Mi riferisco in particolare alle procedure per l'affidamento dei servizi. Aver deciso, come ha fatto il governo lo scorso autunno, di stralciare alcune norme dal cosiddetto decreto Madia sui servizi pubblici locali e di inserirle nel decreto legge 50 della scorsa primavera ha maggiormente complicato il quadro normativo”.

Diverse amministrazioni, sottolinea il sindacalista, “operano in una situazione confusa dal punto di vista normativo tra affidamento attraverso gara, affidamento attraverso proroga e affidamenti diretti in house. Ma non solo: ci sono anche altre possibilità ammesse dalla legge, ad esempio gli affidamenti cosiddetti a doppio getto. Insomma il quadro normativo attualmente vigente continua ad essere estremamente esposto al contenzioso sulle procedure di affidamento. Esempio clamoroso quello della Toscana: unico caso in Italia dove si era riusciti ad arrivare alla soluzione da noi condivisa del lotto unico regionale. Ebbene, la gara è stata chiusa un anno fa, ma il contenzioso a questo punto è giunto ai livelli giurisdizionali europei, con il rischio che 5 anni di programmazione in quella regione, in un quadro complessivamente a nostro avviso praticabile e positivo, possano saltare del tutto”.