“Un parziale contributo alla risoluzione di un tema complesso su cui aprire riflessioni. Affinchè non appaia una proposta estemporanea, inserita nel solito contesto emergenziale, occorre dotarla di sostanza e lungimiranza”. Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra commenta l'ipotesi del Viminale di utilizzare i beni confiscati alle mafie per garantire una sistemazione anche ai rifugiati.

Secondo il dirigente sindacale “serve innanzitutto un censimento per avere contezza degli immobili da poter destinare all'accoglienza. Inoltre, occorre garantirne la ristrutturazione, la manutenzione e la gestione a lungo termine”. “Per questo - prosegue - dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, come ad esempio le misure previste dal Pon legalità che, anche se parziali poiché previste solo per cinque regioni del Sud, prevedono già finanziamenti specifici per il riutilizzo dei beni con finalità di accoglienza. Devono però essere subito emanati i bandi per l'assegnazione di tali risorse, i ritardi, registrati fino ad ora, non sono più accettabili”. 

“Sappiamo bene che la questione abitativa - sottolinea il segretario confederale della Cgil - è un'emergenza diffusa su tutto il territorio nazionale, nonostante i beni confiscati non siano distribuiti in maniera uniforme, e riguarda gli indigenti stranieri e non. Non vorremmo dunque che i beni confiscati possano diventare l'alibi per non occuparsi complessivamente di un diritto universale fondamentale che è quello della casa”.

“Riteniamo positivo - aggiunge Massafra - affrontare insieme i temi dell'accoglienza e del riutilizzo dei beni così da poter coniugare legalità e diritti. Per dare però concretezza ad ogni proposta - conclude - è indispensabile approvare in via definitiva alla Camera la riforma del codice antimafia, questo è il vero pilastro”.