Treni fermi in Liguria domenica 24 settembre, dalle ore 9 alle 17, per protestare contro le continue aggressioni al personale. A motivare la mobilitazione, indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Fast Orsa, l’episodio accaduto il 21 agosto scorso ai danni di una lavoratrice trentenne del personale viaggiante di La Spezia, colpito al volto e al petto da un uomo senza fissa dimora a bordo di un treno della direzione regionale Liguria di Trenitalia, nei pressi della stazione di Monterosso.

“Per l'ennesima volta ci troviamo a fare i conti con i giorni di prognosi e i referti del pronto soccorso, per le conseguenze di un'incomprensibile aggressione avvenuta ai danni di chi lavora e che ha come unica colpa la responsabilità di lavorare con una divisa addosso”, spiegano i sindacati, sottolineando come le più colpite da atti violenti, aggressioni fisiche e frasi ingiuriose siano le donne. "La persona che in questa occasione si è resa colpevole è un individuo già noto per i medesimi atti, lasciato libero di continuare a circolare laddove poteva ripetere gli stessi episodi”.

Il personale degli equipaggi della direzione Trenitalia si fermerà quindi domenica 24 settembre per otto ore. “Il problema è complesso, e siamo consapevoli che non esistono ricette semplici per questioni difficili” spiegano i sindacati: “Ma restiamo convinti che serva uno sforzo maggiore, da parte di Trenitalia e delle istituzioni, per prevenire e ridurre drasticamente gli atti di violenza di cui è vittima il personale che opera a bordo dei treni e nelle stazioni, a diretto contatto con le fasce di popolazione colpite da povertà e disagio”. Le risposte finora ricevute, ricordano i sindacati liguri, “dalla società e dalle prefetture ai numerosi gridi di allarme che abbiamo lanciato a più riprese, non ultimi rispetto ai gravi rischi legati alla circolazione di migranti sui binari di Ventimiglia, sono assolutamente insufficienti”.

Le misure messe in atto fin qui non bastano, concludono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Fast Orsa: “Non possiamo accontentarci delle telecamere per la videosorveglianza, peraltro installate senza accordo sindacale previsto dalle leggi che tutelano la dignità dei lavoratori, e del rifiuto da parte di Trenitalia di utilizzare personale esterno per la vigilanza perché non risponde alla policy di protezione aziendale del gruppo Ferrovie dello Stato”.