"La raccolta di firme per il referendum consultivo sulla privatizzazione di Atac e la liberalizzazione del sistema di trasporto pubblico romano, promosso dai radicali è, a nostro avviso, un modo di affrontare in maniera semplicistica e comunque irrealizzabile il problema della mobilità nella nostra città". Così, in una nota, Cgil e Filt di Roma e del Lazio.

"La contrapposizione pubblico/privato, per quanto riguarda il funzionamento del sistema dei trasporti, e non solo in Italia, è un falso problema. Non si migliora così il servizio offerto ai cittadini. Vogliamo ricordare che il finanziamento del trasporto locale, sia esso a gestione pubblica che privata, è sostanzialmente sorretto da un considerevole finanziamento pubblico. E nella Capitale abbiamo il caso eclatante di Roma Tpl, consorzio di privati che non ha dato certo in questi anni buona prova di sé. Quindi, il punto non è e non può essere la privatizzazione dell'azienda", prosegue il comunicato.

"I problemi di Atac e della mobilità a Roma sono complessi e meriterebbero un approccio più consapevole e maturo da parte di tutti. Le battute, i tweet, le analisi superficiali su Facebook, in questa fase delicata e difficile dell’azienda, non aiutano né i cittadini né i lavoratori. Quello che manca è un' idea della città, di un modello urbanistico avanzato e sostenibile di proprietà pubblica che dia indirizzi e che controlli, nonché di capacità manageriali e amministrative di alto profilo. Tutto questo è assente", rilevano le due sigle.

"Si dovrebbe favorire l'uso del mezzo pubblico rispetto a quello privato, che invece continua a essere privilegiato perché l’offerta proposta è insufficiente e inadeguata alle esigenze dei cittadini. La consultazione referendaria non si pone minimamente il vero problema: il buon funzionamento del sistema a vantaggio dei cittadini e della comunità", conclude il sindacato.