Si è tenuto oggi, 22 giugno, a Roma il tavolo sull'indotto di Aferpi (acciaierie di Piombino) richiesto da Fim Fiom Uilm. Erano presenti le segreterie nazionali e territoriali insieme ai rappresentanti confederali. Per il ministero del Lavoro è intervenuta la vice ministra Teresa Bellanova. "Abbiamo esposto le criticità sempre più gravi dell'indotto che sta terminando gli ammortizzatori senza prevedere ripartenza - scrivono in una nota Fiom, Fim e Uilm di Livorno - nonché la scelta di molte aziende di procedere con i licenziamenti a causa dell'onere troppo elevato per accedere alla cassa integrazione".

"Al ministero - continuano i sindacati - abbiamo ribadito anche la difficoltà di coloro che possono allacciarsi a quota 41 per la pensione per effetto del riconoscimento al lavoro precoce ,ma che di fatto sono obbligati a rimanere tre mesi senza ammortizzatori sociali perché previsto dalla normativa, ed altri lavoratori delle ditte che hanno avuto l'autorizzazione ai Fondi di Integrazione Salariale (FIS Dlg 148/2015) e che a distanza di 8 mesi ancora non hanno risposta su chi pagherà l'integrazione".

"Come sempre abbiamo ribadito - proseguono Fiom, Fim e Uilm - che sono troppo lunghi i tempi che passano tra l'approvazione della richiesta cigs ed il pagamento ai lavoratori, che a volte hanno addirittura preferito di essere licenziati ed entrare in Naspi per poter riscuotere prima, con una ricaduta sociale gravissima".

Fim Fiom e Uilm hanno poi richiesto l'attivazione di politiche attive contestuali ad un sostegno del reddito, chiedendo l'accelerazione dello stanziamento dei 30 milioni che la Regione Toscana ha già deliberato, ma che ancora non hanno trovato definizione a livello nazionale, probabilmente da parte dell'Inps o dei soggetti incaricati alle convenzioni necessarie. "Qualunque sia il motivo - scrivono ancora i sindacati - riteniamo indispensabile che non si rimanga ulteriormente impigliati nelle maglie della burocrazia, ma ci sia risposta per i troppi lavoratori che stanno aspettando". 

A fronte di tutte le criticità esposte dal sindacato, il ministero si è riservato di farsi carico dei problemi, soprattutto in merito alla cassa integrazione. Intanto, una prima novità arriva dall'ultima manovrina: "Ci è stato riferito che sarà possibile la conversione dei fondi residui non utilizzati dalle Regioni - scrivono Fim, Fiom e Uilm - che andranno rendicontati al Ministero per dare la possibilità di attivare altri strumenti mirati sui territori". In questo caso il ministero ha riferito che i fondi "saranno destinati a coloro che hanno finito la mobilità ordinaria e la mobilità in deroga dal 1.1 2017 al 31-12-2017". Per gli anni 2016 e 2017 abbiamo appreso che la Regione Toscana ha circa 37 milioni residui spendibili per questo intervento - continuano i sindacati - ed il sindacato ritiene molto importante che per l'utilizzo di queste risorse venga attivato nei prossimi giorni un tavolo con le segreterie sindacali al fine di contribuire e dare l'indicazione sulle fasce di intervento che riteniamo prioritarie è in stato d'emergenza".