Ultima giornata di sciopero oggi (lunedì 12 giugno) per il milione e mezzo di lavoratori di pulizie-multiservizi, mense, pubblici esercizi, turismo, ristorazione collettiva e agenzie di viaggio. Una lunga mobilitazione, iniziata martedì 30 maggio con astensioni dal lavoro e manifestazioni in tutta Italia articolate a livello regionale e provinciale, indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti e Uiltucs Uil per il mancato rinnovo dei contratti, scaduto ormai da più di quattro anni.

A fermarsi oggi per l’intera giornata, all’insegna dello slogan #FuoriServizio, sono i 7 mila dipendenti della Sardegna (con sit-in alle ore 9 a Cagliari, in piazza Deffenu, davanti alla sede di Confindustria, che è una delle controparti datoriali), i lavoratori del Piemonte (con presidio a Torino, in piazza Castello, a partire dalle ore 12) e di Vicenza (ultima provincia veneta a scendere in sciopero). Assieme allo sciopero i sindacati stanno anche attuando il blocco delle flessibilità, degli straordinari e dei supplementari.

Le trattative per il rinnovo sono ancora ferme, a causa di richieste da parte dei datori di lavoro considerate dai sindacati “inaccettabili” su diversi elementi economici e normativi. Fisascat, Filcams, Uiltucs e Uiltrasporti chiedono il rinnovo del contratto, un aumento in busta paga dignitoso (quello proposto è giudicato “irrisorio”), il mantenimento delle garanzie e delle tutele in caso di cambi di appalto (in particolare per il settore mense e pulizie), e si oppongono alle richieste delle associazioni imprenditoriali (Anip Confindustria, Legacoop Servizi, Federlavoro Servizi Confcooperative, Agci e Unionservizi Confapi, Angem ed Alleanza delle Cooperative, Fipe e Fiavet Confcommercio) che produrrebbero un peggioramento di elementi importanti, come i permessi, gli scatti d’anzianità e la malattia.

"Per il prosieguo della nostra battaglia – aggiungono i sindacati - avvieremo nuove e capillari modalità di contrasto che consisteranno nel dare vita a una campagna straordinaria di carattere vertenziale”. Le categorie del settore di Cgil, Cisl e Uil intendono riservare “maggiore attenzione rispetto alla correttezza delle Certificazioni SA 8000, dei Codici etici e dei Bilanci sociali. Siamo stanchi di leggere sui siti delle aziende quanto siano corrette e attente al valore sociale del lavoro e di come siano rispettose dei propri dipendenti; parole che, ora più che mai, suonano come enunciazioni senza fondamento, spesso prodotte al solo fine di ottenere la certificazione necessaria per partecipare alle gare di concessione/appalto”.  Infine, i sindacati inizieranno a “segnalare in tutte le sedi le imprese che, pur chiudendo bilanci in attivo, quando si ritrovano al tavolo di trattativa continuano ad affermare che l’aumento contrattuale, stante il permanere della crisi, non è nelle loro disponibilità”.