“Si apra una nuova fase, con certezze e ammortizzatori sociali per il personale”. È quanto chiede la Filt, a seguito della nomina del commissario giudiziale e del riconoscimento dello stato d'insolvenza per Artoni, denunciando che “la sciagurata gestione dell’azienda da parte della proprietà, le scellerate scelte operate negli ultimi anni e la mancanza totale di contatto con la realtà della direzione hanno prodotto un dramma per alcune migliaia di lavoratori e di lavoratrici, tra dipendenti diretti e indotto, nonchè distrutto un’impresa florida, che in passato è stata leader nel settore delle spedzioni”.

“Da gennaio – ricorda la federazione dei trasporti Cgil –, oltre 500 dipendenti non hanno ricevuto la retribuzione, da oltre dieci mesi le imprese in appalto, che coinvolgono sul piano nazionale oltre 2.500 addetti, non ricevono i corrispettivi e da cinque mesi tutti questi lavoratori sono senza attività e senza sostegno al reddito. Il ministero del Lavoro, che il 17 maggio terrà un ulteriore incontro per valutare l’assegnazione della cigs, richiesta il 10 marzo scorso, in sintonia con quanto già disposto in altri casi di così ampio impatto sociale, occorre dia positivo corso all’ammissione alla cassa integrazione per i dipendenti, e nel contempo vengano prodotte idonee soluzioni anche nei confronti dei lavoratori dell’indotto che hanno temporaneamente perso il lavoro”.

“Così come per la vicenda Alitalia – sostiene ancora il sindacato –, anche in questo caso ci troviamo di fronte a migliaia di persone che devono essere supportate e accompagnate a una nuova occupazione per evitare un dramma sociale di vaste dimensioni che impatta su tutto il territorio nazionale”.