“I siciliani hanno il diritto di avere un servizio di riscossione efficiente e funzionale, al pari di tutti gli altri cittadini italiani, con le stesse regole e le stesse possibilità, senza dover ricorrere a maggiori esborsi. Se si mantenesse una società regionale tutto ciò non sarebbe possibile ”. Lo sostengono in una nota la Cgil e la Fisac regionali e nazionali che contestano al Presidente della Regione “il non avere finora attivato il tavolo Stato-Regione per avviare il percorso necessario a definire il passaggio delle funzioni dall’agente della riscossione siciliano a quello nazionale, volutamente ignorando - sottolineano - la riforma nazionale che rafforza la gestione pubblicistica del settore”.

Nella nota Cgil e Fisac ripercorrono le ultime vicende che hanno riguardano la riscossione in Sicilia, “divenuta ancora una volta- scrivono- strumento di lotta politica”. “In questi mesi- affermano Cgil e Fisac- abbiamo assistito a continui veleni e a una discussione fuorviante come se fare ciò che sta avvenendo in tutta Italia, dare cioè all’Agenzia delle entrate la titolarità del servizio, possa essere considerato arbitrario pericoloso, perfino un favore a mafiosi ed evasori”. Cgil e Fisac rilevano che “è come se si volesse distrarre l’attenzione dal vero problema da affrontare : il fatto che non ha senso far pagare ai cittadini siciliani la gestione di una società, unica nel suo genere, che sinora ha accumulato solo perdite, e che certamente ha necessità di ulteriori investimenti ed interventi finanziari. E non ha senso mantenere una società regionale quando nel resto d’Italia lo stesso servizio è gestito dallo Stato”. Aggiungono ancora i sindacati “il bilancio della Regione Sicilia non si può certo permettere di utilizzare milioni di euro ogni anno per mantenere una società regionale senza averne concreti vantaggi per i cittadini ma solo costi aggiuntivi”.

Cgil e Fisac definiscono “incongrue” le giustificazioni sulla presunta convenienza della società siciliana e specifican “L’incasso della riscossione dei ruoli è stato sempre versato in modo automatico e trasparente a tutti gli Enti impositori, compresa la Regione Sicilia e la quota spettante a quest’ultima è stata definita proprio dall’attuale Governatore siciliano con gli accordi Stato–Regione da lui stesso siglati. Ed anche gli introiti del nuovo agente della riscossione resteranno in Sicilia, dato che oltre la metà sono destinati a pagare le retribuzioni e le lavorazioni necessarie a svolgere le attività saranno necessariamente affidate ad aziende che operano sul territorio siciliano”. Il sindacato sottolinea anche che “i lavoratori di Riscossione Sicilia sono stanchi di assistere a guerre e a strumentalizzazioni e hanno diritto a serenità e rispetto”.

“Se il Parlamento regionale decidesse di affidare al nuovo Ente economico nazionale dipendente da Agenzia delle Entrate il servizio di riscossione- scrive il sindacato- la Cgil e la Fisac saranno in prima linea nel chiedere al Ministero dell’Economia ed al Governo siciliano di attivarsi immediatamente e senza strumentali ritardi affinché non ci siano vuoti di gestione, in modo da consentire ai cittadini siciliani di fruire delle agevolazioni di legge al pari di quanto avviene nel resto d’Italia senza alcuna disfunzione”.