Il Comune di Carvico è stato condannato dal Tribunale di Bergamo per comportamento antisindacale con un’ordinanza emessa giovedì scorso, 30 marzo. Al centro della vicenda, gli oltre 5.000 euro tolti al Fondo del salario accessorio 2016 (cioè una sorta di premio annuale di risultato) dall’amministrazione comunale a seguito del pensionamento di due lavoratori alla fine del 2015. Lo scorso gennaio la Fp Cgil e la Cisl FP provinciali si erano rivolte al giudice per chiederne la restituzione.

Il giudice Monica Bertoncini ha accolto la richiesta dei sindacati obbligando l’amministrazione di Carvico a reintegrare il Fondo della somma di 5.448 euro, dal momento che non esiste una disposizione di legge che preveda la riduzione del Fondo per un tale motivo (come invece era accaduto negli anni precedenti -dal 2010 al 2014- e come è accaduto anche negli anni successivi, con la sola eccezione proprio del 2015).

“L’ordinanza del Giudice del lavoro di Bergamo riveste particolare importanza perché afferma che le cessazioni di personale utili per le decurtazioni del Fondo del Salario Accessorio del 2016 sono solo quelle avvenute nel corso dello stesso anno e non quelle del 2015 come, invece, aveva interpretato il Comune di Carvico”, hanno commentato oggi Gian Marco Brumana e Mario Gatti, segretari generali di Fp Cgil e Cisl Fp di Bergamo. “Inoltre, il Comune di Carvico non aveva nemmeno tenuto conto del personale che aveva programmato di assumere (1 persona) nel 2016, previsione che avrebbe dovuto eventualmente limitare la decurtazione. Proprio nella decurtazione delle due quote di ‘premio’ è consistito il comportamento antisindacale condannato dal Tribunale”.

Cgil e Cisl di Bergamo, oltre alla soddisfazione per l’esito del giudizio, sperano che l’ordinanza del Tribunale di Bergamo “sia tenuta in debito conto da tutti gli enti locali bergamaschi nel momento in cui andranno a provvedere all’annuale costituzione del Fondo per il Salario Accessorio, considerato che la gran parte di loro ha finora applicato la circolare del Ministero dell’Economia e Finanze che secondo il Giudice di Bergamo non rientra nelle disposizioni di legge”.