"Si sbaglia a derubricare la vicenda Alitalia, come sta facendo il governo, come la normale crisi di un'azienda privata. Purtroppo, la compagnia di bandiera è stata ed è governata male. Nel 2008, invece di fare delle scelte di prospettiva e cogliere delle opportunità, si è preferito consegnarla ad azionisti improvvisati che nulla sapevano di trasporto aereo e sviluppo industriale". Così, in una nota congiunta, Michele Azzola, segretario generale Cgil Roma e Lazio, ed Eugenio Stanziale, segretario generale Filt Roma e Lazio.

"Di questi errori, hanno pagato e stanno pagando le conseguenze sempre e solo i lavoratori e le lavoratrici. Anche oggi, tutte le componenti azionarie e il management - gli stessi che hanno fallito - ci stanno presentando un piano che, a nostro parere, non ha nulla d'industriale: è un semplice piano finanziario di taglio ragionieristico, che produce come risultato l'ennesima espulsione dei lavoratori dal ciclo produttivo e non consegna prospettive industriali certe e di sviluppo. Parliamo di 2.037 unità del personale di terra e 400 addetti di volo, ma a questi vanno aggiunti le migliaia di lavoratori dell'indotto, di cui spesso e con molta facilità ci si dimentica, e l'intero sistema aeroportuale di Fiumicino, che subirà ripercussioni in termini di qualità ed efficienza", prosegue il comunicato.

"Il governo ha l'obbligo d'intervenire politicamente. Garantire il lavoro, l'occupazione, il reddito, costruire le condizioni politiche per dare prospettive e futuro al sistema, intervenire concretamente ed economicamente con tutti gli ammortizzatori sociali utili: è questo che ci aspettiamo, senza che venga sacrificato un solo posto di lavoro. Inoltre, ci attendiamo che l'esecutivo si adoperi per fare finalmente entrare un socio industriale serio e competente in grado di rilanciare Alitalia, non a parole o con mere operazioni di maquillage, che dia insomma un futuro all'azienda e prospettive di crescita al sistema nel suo complesso, consentendo alla compagnia aerea di cambiare il proprio business", aggiungono i due dirigenti sindacali.

"Investire nell'acquisizione di aerei a lungo raggio, ad esempio, permetterebbe al gruppo di competere sul mercato globale, con vettori aerei che portano turisti e uomini d'affari dalle capitali del mondo direttamente a Roma, evitando in tal modo di lasciare a Parigi, Londra e Berlino, sostenute da compagnie aeree ancora pubbliche, di fare la parte del leone. Infine, ci aspettiamo che anche la Regione Lazio e il Comune di Roma battano un colpo: una crisi di queste dimensioni, che impatta sul tessuto sociale e produttivo di questo territorio, deve vedere protagonisti anche le istituzioni locali", concludono i due sindacalisti.