Il giornalismo soffre gli stessi mali degli altri settori lavorativi con un inquietante tasso di precarizzazione. È quanto emerge, senza edulcorazioni, dalla presentazione del secondo rapporto "Osservatorio sul giornalismo", a cura dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), avvenuta ieri (29 marzo) presso la Sala Zuccari del Senato.

Il ritratto degli oltre 112 mila iscritti all’Ordine dei giornalisti mette in luce un comparto professionale nel quale faticano ad affermarsi i giovani e le donne. Le scarse tutele retributive rappresentano un ostacolo per gli under 40 e solo il 4 per cento delle donne giornaliste arriva a ricoprire la posizione di direttore o vicedirettore. Marco Delmastro, direttore del Servizio Economico-Statistico dell’Agcom, illustra i risultati della recente indagine ponendo l’accento sull’effetto generazionale e di genere. “L’insicurezza contrattuale e il ridimensionamento delle redazioni descrivono il perimetro di una professione sempre più in crisi – afferma Delmastro – dove è ormai minoritaria la componente di lavoratori dipendenti. Circa l’80 per cento dei giornalisti ha un reddito annuo che si aggira intorno ai 20 mila euro e il ricambio generazionale e la parità di genere costituiscono criticità endemiche”.

La situazione delle giornaliste italiane è tutt’altro che confortante: seppur presenti nelle redazioni, in particolare quelle televisive, sono marginali nei luoghi decisionali e nei posti di potere. A conferma le dichiarazioni di Lucia Annunziata che è intervenuta durante la presentazione. “Il rapporto Agcom – sottolinea il direttore dell’Huffington Post – è lo specchio perfetto della società in cui viviamo. In Italia mancano gli investimenti in generale e questo vale anche per la comunicazione. C’è una spaccatura evidente tra le fasce degli ipergarantiti da un lato e le nuove leve, dall’altro, che sono sempre più precari, giovani e donne”.

Sulla questione femminile rincara la dose Paola Spadari, presidente dell’Odg Lazio: “Essendo l’unica presidente donna di un Odg regionale, mi sento di dire che questo la dice lunga sulla rappresentanza di genere nel mondo del giornalismo. I problemi del nostro mestiere sono tanti e diffusi. La Regione Lazio ha il triste primato di giornalisti minacciati e la testimonianza di Federica Angeli, cronista de La Repubblica, sotto scorta da quattro anni per la sua inchiesta sulla mafia di Ostia è un esempio emblematico della quotidiana lotta contro le intimidazioni e le minacce che colpiscono la nostra categoria professionale. Sul discorso della precarietà devono farci riflettere le situazioni come quella di Sky e del Sole24Ore. Inoltre deve passare il principio che chi fa comunicazione, specie nelle amministrazioni pubbliche, deve essere iscritto all’Odg e deve essere equamente retribuito, come del resto tutte le altre categorie di lavoratori, perché non è accettabile leggere annunci come quello dello scorso anno del Ministero degli Interni in cui si ricercava una figura di giornalista a titolo gratuito”.