Livorno - Sabato 25 marzo il salone Cgil di Donoratico ospiterà, alle 16.30, il terzo rapporto su agromafie e caporalato a cui interverrà Jean-René Bilongo, responsabile nazionale immigrazione della Flai Cgil, intervistato da Manolo Morandini, giornalista de “Il Tirreno” e introdotto dal segretario territoriale di categoria, Michele Rossi.

L'incontro organizzato da Cgil, Flai, Libera presidio di Castagneto, Arci Toscana e Arci Bassa Val di Cecina e Centro di solidarietà Monica Cruschelli sarà anche un momento per riflettere sulla legge contro il caporalato approvata nel corso dell'ultimo anno, ma che ancora stenta a partire “Non ci siamo – aveva detto nei giorni scorsi Ivana Galli, segretario generale della Flai Cgil -. Sembra che il tema del caporalato, dello sfruttamento di uomini e donne, delle mafie che si arricchiscono sulle spalle del sistema agroalimentare italiano, del danno all’erario, all’Inps che tutto questo comporta, sia questione che interessa solo il sindacato. Ravvisiamo lentezze e ritardi inspiegabili circa l’applicazione di norme e azioni di contrasto. Quasi che non ci sia la volontà politica”.

Alle Istituzioni è richiesto un impegno più puntuale “Aggrediscano quel sistema illegale che lucra soprattutto sugli operai agricoli stranieri – esorta la Flai - offrendo loro un pacchetto completo fatto di intermediazione con le aziende, accoglienza, trasporto. Se non si affrontano questi tre nodi, se non proviamo a dare subito delle risposte, non toglieremo potere ai caporali”.

A portare la propria testimonianza di impegno nella battaglia contro le agromafie e il caporalato sarà proprio un uomo che ha vissuto direttamente quel dramma: Jean René Bilongo, che viene dal Camerun e conosce bene lo sfruttamento del lavoro migrante nelle campagne perché ha lavorato per alcuni anni "come bracciante e come mandriano per 700 mila lire al mese", a Castelvolturno. Ha cominciato il suo impegno politico-sindacale nella 'little Africa' della Terra di lavoro, a Villa Literno, nell’associazione intitolata a Jerry Essan Maslo, l’immigrato sudafricano ucciso nel 1989 in un tentativo di rapina finito male. Da allora non si è mai fermato: ha fatto il sindacalista di strada per agganciare gli schiavi delle campagne. Oggi è responsabile immigrazione della Flai-Cgil.

“Sfruttamento del lavoro e caporalato in agricoltura – dice Bilongo - sono piaghe che calpestano la dignità di chi lavora nel settore primario e, al contempo, determinano una dannosa situazione di concorrenza sleale tra le imprese che rispettano e applicano i contratti e quelle che li ignorano. Il giro di affari miliardario delle agromafie e l’ingente evasione contributiva causata dal caporalato sono sintomatici della dimensione del problema. Lo stesso numero di 'invisibili' nelle nostre campagne, stimati in 430 mila dal Rapporto agromafie e caporalato,danno la misura del problema. Donne e uomini, giovani e meno giovani, lavoratori migranti e autoctoni sono indiscriminatamente esposti e vittime dello sfruttamento in agricoltura, da Sud a Nord, al Centro come sulle Isole".

La Flai, da anni in trincea sul tema, ha il merito di aver sdoganato la questione, riportandola nel cuore del dibattito “Una lunga battaglia sfociata in importanti novità normative – conclude Bilongo - come la legge 199/2016 atta a contrastare il fenomeno del caporalato, ma queste novità vanno rese viventi e declinate fattivamente. Il presidio di legalità in agricoltura è una sfida colossale che impegna la Flai tutta, dalle strutture territoriali al livello nazionale”.

Durante la mattina Jean Renè Bilongo incontrerà gli studenti della Scuola Secondaria Primo Grado “G. Galilei” di Cecina (succursale di San Pietro in Palazzi) che partecipano al progetto “Caporalato e Agromafie” promosso dal Presidio di Libera Rossella Casini di Castagneto Carducci – San Vincenzo, Cgil Provincia di Livorno, Flai Livorno e gli studenti dell'IISS “E. Mattei” di Rosignano che partecipano al progetto “A scuola di Legalità” promosso nelle scuole del territorio da Cgil Provincia di Livorno, Flai Livorno e Fisac Livorno.