Una levata di scudi che fuga ogni dubbio: le imprese lombarde hanno fatto ricorso ai voucher più del consentito. Non è certo un caso che dopo il via libera del governo al decreto che ne prevede l'abolizione, le associazioni datoriali, soprattutto quelle che più li hanno usati, stiano attaccando sui giornali locali la Cgil, “colpevole” di aver promosso i referendum sul lavoro. “È già successo a Brescia, Lecco, Como, Varese, Bergamo e Cremona – osserva la segretaria generale della Cgil regionale Elena Lattuada, interpellata da Rassegna Sindacale –, con articoli in cui si è dato molto risalto al fatto che noi avremmo in mente un mercato del lavoro che non c'è più e che per colpa nostra aumenterà il nero. Ovviamente, un attacco che arriva dalle associazioni d'impresa e non certo dai lavoratori. Vuol dire che abbiamo colpito nel segno”.

Rassegna Di fatto quella delle imprese è un'ammissione di colpa. Così dicono implicitamente di avere abusato dei voucher...

Lattuada Esatto, è proprio così. Ricordo che stiamo parlando di uno strumento ideato per situazioni del tutto particolari, non certo per l'uso massiccio che ne è stato fatto dopo. E i dati della nostra regione lo confermano: i buoni lavoro sono stati usati tantissimo soltanto per ridurre i costi.

Rassegna Come risponde la Cgil a chi dice che senza i voucher aumenterà il sommerso?

Lattuada Lo abbiamo detto più volte: gli strumenti contrattuali idonei già esistono e possono anche essere ampiamente utilizzati, senza finire per forza nel dumping. Ma, al di là di questo, noi continuiamo la nostra campagna (in Lombardia sono in programma nei prossimi giorni centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro, ndr). Intanto stiamo vigilando sul fatto che il decreto venga convertito in legge senza ripensamenti. E nello stesso tempo rilanciamo la necessità che le Commissioni Lavoro di Camera e Senato comincino a discutere la nostra Carta dei diritti in cui ci sono soluzioni e regole per il lavoro in somministrazione, i contratti a termine e l'apprendistato. Tutti strumenti che in qualche modo determinano elementi di flessibilità senza però ridurre le condizioni economiche e normative dei lavoratori.

Rassegna Poi ci sono le specificità dei settori.

Lattuada Sì, il turismo per esempio ha regole che per eventi particolari consentirebbero l'uso di contratti fino a tre giorni. Questo poteva avvenire prima dell'esplosione dei voucher, che ha cancellato quella norma con l'obiettivo di pagare meno le persone e, indirettamente, di depotenziare il valore del contratto nazionale. Peraltro in settori, vedi il commercio, di cui conosciamo bene le travagliate vicende per produrre un risultato contrattuale significativo: qui la divisione e la frantumazione delle associazioni datoriali pesano molto. E allora rispediamo al mittente l'accusa di ricacciare i lavoratori nel nero: comincino loro a rinnovare i contratti collettivi.

Rassegna Sabato prossimo il papa sarà in Lombardia. Cosa farà il sindacato?

Lattuada Cgil Lombardia, con le Camera del lavoro di Milano e Monza, ha promosso una cartolina di benvenuto che è stata pubblicata su Famiglia Cristiana e prossimamente andrà su altri giornali. Là sono riportate le posizioni sul lavoro che il papa ha espresso in occasioni simboliche come il Primo maggio e l'assemblea dell'Ilo, o sul caso delle acciaierie di Terni. Abbiamo deciso di riprendere quelle frasi sulla dignità del lavoro e di invitare coloro che parteciperanno a quegli eventi a informarsi sulle proposte che noi avanziamo.