“Siamo delusi dall’intervento del direttore generale Rai presso la Commissione parlamentare di vigilanza sul tema della convezione di servizio pubblico. Ci saremmo aspettati un intervento con dati alla mano: entrate 2016, previsione entrate 2017 e 2018 e relativo progetto industriale”. Così dichiarano, in una nota unitaria, Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Informazione, Snater, Libersind-ConfSal.

“Invece, il direttore si è presentato senza le cifre delle entrate 2016, con un dato assolutamente impreciso e generico sulle previste entrate 2017 e 2018 e senza alcuna indicazione sul piano industriale – sottolineano le sigle di categoria –. Questo atteggiamento è per noi incomprensibile e incoerente, rispetto a quanto dichiarato dallo stesso direttore generale, il 14 marzo, a tutte le rappresentanze sindacali, quando ha esplicitato la difficile tenuta dei conti aziendali sul 2017 e 2018, tanto da accennare all’impossibilità di procedere ai rinnovi dei contratti dei dipendenti scaduti da più di tre anni e alla necessità di razionalizzare delle attività”.

“A pochi giorni dalla discussione in Cda del bilancio 2016, è inverosimile che il direttore non abbia alcuna contezza dei dati economici relativi all'anno scorso. Notiamo poi che alcun commento è stato fatto sui previsti limiti pubblicitari e sui limiti all’attività commerciale, temi centrali per definire il quantum delle entrate future di Rai spa. Così come nulla è stato detto sull’assetto della rete, sul futuro di Rai Way, sul costo e l’imputazione economica nell'ipotizzata costituzione del nuovo soggetto, e le eventuali ricadute occupazionali che potrebbero verificarsi se si procederà a costituire l’operatore unico di rete pubblica, come s'inizia a delineare nel testo di convenzione", prosegue il comunicato.

“Se è vero che la tenuta aziendale è così a rischio per le scelte di riforma definite dal governo, ci saremmo attesi, dal capo dell'azienda, un'incisiva critica e una richiesta puntuale sulle risorse, nell’interesse dell’azienda che rappresenta. Infine, vorremmo conferma fattuale dell’annunciato incremento delle risorse da canone per il 2016: se davvero sono aumentate, è necessario che  si spieghi come queste siano state utilizzate. Vorremmo capire quale sarà la finalizzazione di tali risorse, in termini di ridisegno della capacità produttiva interna, o se saranno dirottate sull’acquisto di prodotti 'chiavi in mano' realizzati all’esterno”, concludono i sindacati.