Si è aperta con un applauso l'assemblea generale della Filt Cgil oggi a Roma: pochi minuti dopo l'inizio è arrivata la notizia della data del 28 maggio, fissata dal Consiglio dei ministri per lo svolgimento dei due referendum proposti dalla Cgil su voucher e appalti.

"Ora - ha esordito nella sua relazione il segretario generale, Alessandro Rocchi - prosegue e si deve sviluppare una campagna elettorale capillare che deve raggiungere più profondamente possibile la cittadinanza, informare sulle ragioni dei referendum e convincere sull'utilità del voto. Governo e Parlamento possono ancora evitare referendum, ma per farlo devono superare i tatticismi di questi mesi e trovare soluzioni chiare, inequivocabili su entrambi i quesiti. I due referendum sostengono la Carta dei Diritti, fanno parte della stessa iniziativa, coniugano l'abrogazione di norme sul lavoro odiose con una proposta generale. Si tratta di una proposta che muove dalla necessità di stabilire una soglia minima di tutela per tutte le persone che, per vivere dignitosamente e per avere una prospettiva positiva del proprio futuro, traggono reddito dal loro lavoro". Dunque Carta e quesiti, ha proseguito, "non possono essere usati per manovre politico parlamentari dilatorie, confuse, fuorvianti e strumentali che girano intorno al merito, senza affrontarlo".

I rinnovi contrattuali sono stati l'altra questione al centro dell'intervento di Rocchi. Il sindacalista ha sottolineato che "la contrattazione collettiva in un diverso modello di relazioni industriali è strumento determinante, seppure, certo non esclusivo, per consentire al paese di uscire dalla tenaglia della crisi". Fotografando la situazione Rocchi ha ricordato che "rispetto al 2007, ultimo anno precedente la crisi globale, l'Italia registra tuttora un -8% nella produzione industriale, un -5% nei consumi delle famiglie, un gigantesco -28% negli investimenti e un -3% nell'occupazione. Pesanti sono stati i tagli alla spesa sociale, l'area della povertà si è ampliata e rischia di ampliarsi ulteriormente".

Alla luce di questo quadro, nel contesto generale, la stagione contrattuale "può essere valutata complessivamente in modo positivo - a suo avviso -. Tutti gli accordi hanno recepito l'accordo interconfederale del 14 gennaio 2014 e sono stati sottoposti a consultazione di validazione certificata da parte delle lavoratrici e dei lavoratori interessati mediante referendum".

Entrando nello specifico dei trasporti, Rocchi ha evidenziato come "tutti i contratti nazionali rinnovati tra gennaio 2015 e oggi hanno registrato avanzamenti in materia di diritti individuali, miglioramenti nel welfare contrattuale e consolidato le rispettive discipline in materia di appalti ed introdotto norme di tutela occupazionale, contrattuale e rispetto al Jobs Act in caso di cambio appaltatore. Nel confronto con Confindustria sul modello di relazioni industriali per il nostro settore è una novità importante, una certa disponibilità ad affrontare la questione della misurazione della rappresentatività anche per le associazioni datoriali. Potrebbe avere riflessi positivi nella vicenda del Ccnl logistica, trasporto merci e spedizione. Oltre all'articolazione della controparte in quel rinnovo un grosso problema è rappresentato dall'illegalità con cui convivono le committenze e le loro rappresentanze datoriali. L'illegalità in cui vivono tanti appaltatori, subappaltatori, consorzi di appaltatori, in cui pascolano spregiudicate forme di sedicente rappresentanza sindacale, come continuano a dimostrare fatti, anche recentissimi, di cronaca giudiziaria".

Anche la vicenda Alitalia al centro del dibattito. Così Rocchi: "Rivediamo gli stessi problemi e presagiamo il fallimento degli stessi obiettivi, ogni volta riproposti. La terza crisi in otto anni si cala su una condizione del lavoro fortemente stressata dalle due precedenti ristrutturazioni, i cui sacrifici, sopportati dal lavoro, sono stati vanificati da management inefficaci nei risultati". La crisi di Alitalia, ha concluso, "coinvolge il lavoro diretto, il lavoro che si svolge nell'indotto, già pesantemente colpito in questi anni dalla progressiva terziarizzazione di attività e dalla riduzione dei livelli occupazionali".