“Non abbiamo notizie su un piano del governo per l'occupazione giovanile. Leggiamo dichiarazioni su presunti 'lavori di cittadinanza' che però non si sa bene che cosa siano. È uno dei temi che proporremo al prossimo incontro di giovedì con il ministro Poletti. Ragionare di mercato del lavoro in questa fase, significa innanzitutto chiedere un piano di intervento straordinario per l'occupazione”. A dirlo è la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti ai microfoni di RadioArticolo1 durante la trasmissione “Italia Parla”.

All'incontro con il governo, nuovo round di un confronto che si era fermato per il referendum costituzionale, si parlerà di ammortizzatori sociali (anche se i saldi della legge di bilancio sono ormai definiti). C'è da affrontare infatti la transizione da strumenti come la cassa integrazione in deroga e la mobilità alla Naspi. “Spostando le coperture dal posto di lavoro al mercato del lavoro – osserva Scacchetti –, lo strumento prevalente diventa proprio la Naspi che però rischia di essere troppo debole se non accompagnata da interventi che generino occupazione. Tutto questo, al netto della riforma delle pensioni che ha generato un forte impedimento per l'ingresso dei giovani”.

Nel frattempo, non si è capito bene cosa sia il lavoro di cittadinanza. “Siamo abituati agli annunci – sottolinea la dirigente sindacale – a cui non seguono mai proposte vere e condivise. In prima battuta sembrava un rilancio degli ammortizzatori, oggi torna in auge l'idea di una forte decontribuzione in particolare per i giovani. Ma per farlo, serve anche e soprattutto una politica economica e industriale che determini le condizioni di investimenti privati e pubblici. Le scelte degli ultimi anni hanno avuto effetti che sono sotto gli occhi di tutti: se la decontribuzione è un intervento a pioggia, senza selezione, ed è accompagnata da una norma che liberalizza di fatto i licenziamenti, gli effetti sull'occupazione sono quelli che vediamo”.

“I tre quarti delle nuove assunzioni – conclude – sono precari, se non con i voucher. Questi anni di completa deregolamentazione, è evidente, non hanno fatto diminuire i numeri del sommerso, hanno solo abbassato i diritti. È questo l'orizzonte che vogliamo contrastare con i referendum. La nostra campagna vuole dare una prospettiva diversa, il paese non riparte senza il lavoro contrattualizzato e ben pagato”. (mm)