Agenquadri Cgil aderisce alla petizione che chiede ai parlamentari e alle forze politiche di appoggiare la proposta di legge per far decadere l'incompatibilità tra professione forense e lavoro subordinato parasubordinato e modificare la Legge 247/2012 “Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense”.

"Condividiamo questa esigenza manifestata da molte associazioni e vediamo chiaramente tutti i limiti e le incongruenze organizzative e culturali di una norma che, basterebbe guardare i dati per rendersene conto, è da modificare al più presto – si legge in una nota –. L'incompatibilità tra la professione e un contratto di lavoro subordinato o parasubordinato, determina effetti dannosi, sia per gli avvocati sia per l'organizzazione stessa di tutto il settore forense".

"Da un lato si hanno migliaia di avvocati, soprattutto i più giovani e 'deboli, che rientrerebbero in tutti i parametri della legittima para o subordinazione e che già lavorano negli studi professionali per altri avvocati, ma che non possono godere delle tutele e dei diritti di un contratto; dall'altro vi è un abnorme e immotivato fiorire di micro “studi professionali” che chi vuole svolgere la professione è di fatto obbligato ad aprire, con tutti i considerevoli costi in termini economici e l'ovvia difficoltà a proporre un'offerta che sia di qualità e vantaggiosa per clienti, così da poter essere attrattivi sul mercato", spiega la nota.

Da sempre peroriamo la causa della contrattazione inclusiva delle figure professionali, dipendenti e non, all'interno dei contratti collettivi e della ricomposizione progressiva del mondo del lavoro che veda una sua centralità proprio nell'autonomia e nella responsabilità professionali del lavoratore – termina il comunicato –Anche in questo caso siamo fortemente convinti che la via dell’inclusione di queste figure nel Ccnl degli studi professionali, contrattazione per altro già tra le più innovative e promettenti, sia quella che più garantirebbe la tutela dell'autonomia professionale dei giovani avvocati, autonomia che troverebbe di sicuro maggiore agibilità, se associata a maggiori garanzie e diritti esigibili".