“Un accordo importante e positivo”. Così il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale commenta l'intesa 2017-2019 sull'occupazione sottoscritta sabato 4 febbraio tra sindacati e Unicredit. Il piano industriale della banca (denominato "Transform 2019") prevede la chiusura di 800 filiali, l’uscita di 3.900 dipendenti su base volontaria con incentivi (che si aggiungono ai 6 mila esuberi già stabiliti in precedenza), 1.300 nuove assunzioni e la stabilizzazione di 600 contratti di apprendistato. E si accompagna all’avvio dell’aumento di capitale per 13 miliardi di euro che inizia oggi (lunedì 6 febbraio).

“In una situazione difficile e complicata – spiega Megale – tra ricapitalizzazioni di 13 miliardi e gestione degli esuberi, tutti volontari, tramite il Fondo di sostegno al reddito e all'occupazione, il ‘piano giovani’, con 1.300 assunzioni previste, esprime una volontà di guardare al presente e al futuro, offrendo la prospettiva di un lavoro stabile e tutelato alle nuove generazioni”. Nell'orizzonte triennale del piano, inoltre, è stata data garanzia che non si procederà a nuovi esuberi o piani di uscita.

L’accordo prevede novità importanti sugli inquadramenti (fermi da sei anni), la revisione dei centri ricreativi esistenti (Cral), l'arricchimento dell'assicurazione sanitaria e l'introduzione di una nuova copertura assicurativa per proteggere i dipendenti in caso di invalidità a causa di malattia. Novità anche sul premio 2016, che sarà corrisposto per 600 euro in contanti e 800 sotto forma di welfare. Viene poi introdotto un nuovo comitato misto sperimentale con i sindacati in materia di organizzazione del lavoro per monitorare l'attuazione e l'impatto del nuovo piano industriale sul modello operativo della Banca. L'accordo prevede, infine, anche la riorganizzazione dell'offerta welfare corrente attraverso la fusione dei fondi pensione del gruppo in Italia.

Per il segretario generale dei lavoratori del credito della Cgil, il risultato “è frutto di un lavoro e di un impegno straordinario della Fisac a tutti i livelli, che, anche grazie alla tenuta unitaria, ha permesso di realizzare in questo momento un accordo così importante”. Ora, conclude Megale, “c'è da attendersi una risposta da parte dei mercati di fiducia alla massiccia ricapitalizzazione di 13 miliardi, mettendo così in sicurezza il gruppo e rilanciandolo”.