Dal primo gennaio di quest’anno è attiva la nuova agenzia unica ispettiva – Ispettorato nazionale del lavoro – che unifica le funzioni ispettive di Inps, Inail e ministero del Lavoro nell’intento di coordinare e rendere più efficace la vigilanza contro abusi, evasioni, mancato rispetto delle norme di sicurezza. Ma come sta funzionando? Ne hanno parlato ieri (2 febbraio) in un'assemblea organizzata dalla Fp Cgil Veneto i diretti interessati (funzionari ispettivi Inps, Inail, ex Dtl). Il quadro emerso pone non poche perplessità e interrogativi.

Infatti, anche se l’ Agenzia unica esiste sulla carta, non si vede a nessun livello un coordinamento definito e nemmeno una gestione uniforme delle attività: i cento ispettori presenti nel Veneto rimangono (e sono destinati a rimanere) ognuno nella struttura di provenienza. A differenza di prima, con la costituzione dell’agenzia unica l’ispettore che si presenta nelle varie aziende deve essere in grado di valutare la congruità e il rispetto delle norme in materia di lavoro sotto tutti i piani e non più solo relativamente al proprio segmento. Ma a oggi non è stata fatta una formazione comune che consenta l’acquisizione di competenze idonee al nuovo ruolo multifunzionale, non ci sono stati percorsi di affiancamento necessari per migliorare le conoscenze e la capacità di districarsi sull’ampio ventaglio di problematiche da affrontare, non c’è una banca dati unica cui fare riferimento ed, anche sul piano strumentale, le dotazioni (computer, ecc.) sono insufficienti.

Così come decisamente sottodimensionata è la dotazione organica ereditata dall’agenzia nel suo insieme (cento ispettori in tutta la regione a fronte di 435.000 imprese attive), mentre sul piano retributivo non è stata operata nessuna perequazione economica del personale che, secondo il sindacato, è invece “indifferibile”. Insomma, nata sotto la scelta vincolante del “costo zero”, la nuova agenzia non è in grado di effettuare i necessari investimenti né sul piano tecnologico né su quello delle risorse umane ed il rischio è che l’azione di vigilanza anziché potenziarsi arrivi addirittura a perdere efficacia rispetto a prima.

“È palese – commenta Assunta Motta, segretaria regionale della Fp Cgil del Veneto – che l'illegalità socio-economica del lavoro diventa ogni giorno più aggressiva a danno dei lavoratori e delle imprese che invece rispettano le leggi, a vantaggio di autentici criminali sociali che scelgono la illegalità del lavoro e il mancato assolvimento dei doveri contributivi, assicurativi, fiscali e di sicurezza costringendo le imprese sane alla inevitabile cessazione. È storicamente provato che tale situazione diventa paradossale perché la mancata tutela della legalità a cura dello Stato scoraggia e sfiducia proprio i cittadini onesti. Conferma incontestabile di tale micidiale aggravamento è data, tra gli altri, anche dagli eventi infortunistici mortali e gravi, che avvengono sempre più spesso, anche nel nostro territorio, presso aziende che ricorrono abitualmente al lavoro nero ed irregolare. In tale contesto la costituzione e attivazione dell'Agenzia Ispettorato nazionale del lavoro appare problematica, in quanto attua strumenti e soluzioni assolutamente inadeguate rispetto al contesto sociale descritto e decisamente in riduzione rispetto alla precedente efficienza”.

Infatti, prosegue l'esponente della Fp Cgil, “la scelta vincolante del costo zero impedisce la possibilità di attivare i necessari investimenti destinati all’indispensabile potenziamento tecnologico e all'indifferibile perequazione economica del personale già appartenente al ministero del Lavoro. Di fatto, l'innovazione viene attuata con effetti in grado di ridurre l’azione di vigilanza anziché potenziarla, a tutto vantaggio di coloro che sfidano e violano la civiltà delle regole. Specifiche problematiche vengono segnalate dal personale ispettivo delle precedenti direzioni territoriali del lavoro, sia per la vigilanza ordinaria sia tecnica, il quale legittimamente auspica in questa fase una rivalutazione del proprio ruolo istituzionale e che invece ora teme, unitamente al personale Inps e Inail, che alle antiche carenze se ne possano aggiungere altre, a danno dell'efficacia della azione ispettiva e del personale addetto alla vigilanza, con la conseguenza – conclude Motta – di agevolare anziché contrastare l’imponente azione dei sempre più numerosi ed arroganti criminali sociali”.