Nuovo presidio oggi (venerdì 27 gennaio) a Bologna, alle ore 15 davanti alla Prefettura, dei 120 addetti del magazzino della catena di grande distribuzione di mobili Mondo Convenienza di Calderara di Reno, i cui lavori sono affidati in appalto alla cooperativa Bird Logistics. A motivare la protesta, spiega la Filt Cgil, il “mancato rispetto dei contratti e degli orari: i lavoratori sono impegnati per circa 70 ore alla settimana, a fronte delle 39 previste dal contratto, senza il pagamento delle ore di straordinario, riconoscimento di ferie e permessi, e senza il rispetto delle minime condizioni di sicurezza sul lavoro previste dalle norme”.

Martedì 24 gennaio si era tenuto uno sciopero organizzato dalla Filt (con adesione superiore all’80 per cento), concluso con la convocazione in Prefettura per il venerdì seguente. Ma mercoledì 25 la cooperativa ha inviato a 32 dipendenti una lettera di sospensione dal lavoro per motivi disciplinari, contestando ai lavoratori – ha spiegato il consulente della società Riccardo Fuso – di “aver commesso dei reati ai danni della cooperativa, tra cui la violenza privata”. La Filt, invece, sottolinea come “nemmeno l'intervento della Prefettura di Bologna sia riuscito a frenare l'azione di ritorsione da parte della società appaltatrice, a riconferma che questa non intende ascoltare i lavoratori che chiedono il rispetto delle leggi e dei contratti”.

Intanto arrivano i primi attestati di solidarietà verso i facchini in lotta dipendenti di Bird Logistic. A cominciare dai dipendenti diretti dei punti vendita di Mondo Convenienza Bologna,  inquadrati col contratto del commercio, che esprimono “tutta la solidarietà nonché il sostegno alle iniziative di protesta” future. Solidarietà anche dai lavoratori della logistica di altre città, da Brescia a Milano. A Roma, infine, anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha ricordato all’Assemblea generale delle Camere del lavoro, che si è tenuta giovedì 26, i lavoratori sospesi di Bologna.

La vicenda della Bird Logistic, commenta il segretario generale della Cgil di Bologna Maurizio Lunghi, dimostra che “il fronte delle imprese che sono pronte a brutalizzare i diritti e le libertà costituzionali dei lavoratori si sta allargando”. L’esponente sindacale ricorda “che subito dopo la trasformazione in legge del Jobs Act, decine di aziende sono ricorse al licenziamento individuale dei delegati Cgil”, mentre di recente “si sono registrati casi di sostituzione di lavoratori in sciopero con lavoratori assunti in voucher”.

Per Lunghi “la riforma e le politiche del lavoro del Governo Renzi hanno prodotto l'effetto di liberare azioni e condotte aziendali repressive nei confronti di lavoratori, delegati e sindacati. Se si lascia il rapporto di lavoro nelle condizioni attuali, assisteremo a continue azioni di vera e propria rappresaglia in stile anni Cinquanta, con la certezza di soprusi nei confronti di lavoratori indeboliti e sempre più ricattati e ricattabili”. Per questo, conclude il segretario della Cgil bolognese, “le riforme sbagliate, come il Jobs Act, vanno corrette, prima che la situazione sociale degeneri”.