“La questione Alitalia, di cui si apprendono notizie solo sugli organi di stampa, sta diventando ogni giorno più grottesca e paradossale. Il problema è che qualunque piano industriale l’azienda intenda produrre avrà conseguenze certe solo sui lavoratori e le lavoratrici”. Così, in una nota, la Filt Cgil di Roma e del Lazio.

“Le organizzazioni sindacali – continua la nota – sono a tutt’oggi in attesa di una convocazione che è come la tela di Penelope. Diciamocela tutta: il management di Alitalia in questi anni non ne ha azzeccata una. Questa vicenda si trascina ormai da troppo tempo con errori che si ripetono, assenza di strategie e con il silenzio preoccupante delle istituzioni locali, come se il problema non riguardasse anche la Regione e il Comune di Roma".

In attesa dell’ennesimo piano industriale, dunque, "sappiamo già cosa aspetterà ai lavoratori: la riduzione del reddito da lavoro e gli esuberi occupazionali, film purtroppo già visto che ha prodotto danni ancora da sanare. Per noi questo è doloroso e inaccettabile. I lavoratori e le lavoratrici non possono essere considerati l’agnello sacrificale, il soggetto passivo di oscure strategie industriali. Essi sono il cuore pulsante dell’azienda. Il tutto s’inserisce poi in un panorama regionale caratterizzato da continue crisi occupazionali e da un riduzione consistente degli ammortizzatori sociali. Abbiamo creduto e crediamo che Alitalia possa e debba rilanciarsi perché azienda globale in grado di produrre ricchezza nel territorio e nell’indotto, soprattutto in un contesto in cui  la miopia delle scelte politiche, e non solo, ha prodotto negli anni una vera e propria desertificazione industriale con la conseguente perdita di conoscenze e professionalità, basta solo ricordare l’annosa vertenza Ams che non vede ancora una soluzione positiva e ha comportato la perdita del posto di lavoro per circa 240 operai e tecnici qualificati. La vicenda Alitalia deve essere necessariamente collocata all’interno di un progetto complessivo che abbia come obiettivo il rilancio del sistema aeroportuale di Fiumicino, del suo territorio e dell’indotto. Chiediamo alle istituzioni locali e alle forze politiche più responsabili, se ancora esistono, di attivarsi”.