Cominciano oggi, 9 gennaio, le proteste dei lavoratori del comparto elettrico della Puglia nell’ambito della mobilitazione nazionale per il rinnovo del contratto di lavoro indetta da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil. Le motivazioni dei sindacati vanno cercate nel fatto che a oltre un anno dalla scadenza del contratto, ci sono ancora posizioni intransigenti e richieste di ulteriori flessibilità gestionali per la riduzione dei costi. Oggi sciopereranno i lavoratori degli impianti a biomasse, biogas e termovalorizzatori di Manfredonia e Massafra, e i dipendenti delle centrali Enel di Bari ed Edison di Candela; mercoledì 11 gennaio sarà il turno degli addetti della centrale Alpiq di San Severo; giovedì 12 gennaio si fermeranno i lavoratori delle centrali Sorgenia di Modugno e A2A Energie Future di Brindisi; giovedì 13 si terrà lo sciopero generale e lo stop nella centrale Enel di Cerano.

Si è aperta con il nuovo anno la crisi alla Cesare Fiorucci, lo storico salumificio di Pomezia (Roma) acquisito nel 2011 dalla multinazionale Campofrio Group. L’azienda ha avviato il 4 gennaio una procedura di licenziamento collettivo per 106 addetti su 497. Immediata la protesta della Flai Cgil Roma Sud Pomezia Castelli, che si dice “esterrefatta per quanto si preannuncia nel piano aziendale”. L'intenzione della società è quella di esternalizzare alcune lavorazioni e ha assicurato che nella procedura non possono essere previste via alternative all’esubero strutturale. La vertenza sarà affrontata oggi, 9 gennaio, nell’incontro previsto presso l’Unindustria di Roma. Dopo L'incontro verrà indetta ed effettuata un'assemblea generale dei sindacati per decidere insieme ai dipendenti come affrontare la situazione.

Il 29 dicembre scorso è stato siglato l’accordo sulla mobilità del personale docente della scuola. Miur e sindacati si erano dati appuntamento per oggi, ma l'incontro è slittato a domani, 10 gennaio. L’obiettivo è chiudere la partita per il 15, in modo da permettere la presentazione delle domande tra febbraio e marzo. La mobilità, infatti, costituisce il primo step propedeutico all’inizio dell’anno scolastico. E’ chiaro che ritardando la presentazione e la pubblicazione dei trasferimenti, si allungano i tempi relativi alle altre operazioni, per cui difficilmente si avranno tutti i docenti in cattedra già dal primo settembre. Infatti, nonostante si sia trovato l’accordo di massima, nel quale sono stati fissati alcuni principi fondamentali, ci sono ancora tanti aspetti da definire, a cominciare dalle graduatorie interne di Istituto.

Il nuovo piano industriale di Alitalia sta prendendo forma, dopo l’approvazione nel consiglio di amministrazione del 22 dicembre scorso. Il cda ha approvato un documento ancora da riempire di dettagli. Sul piano ci sarà un confronto con il governo oggi, 9 gennaio, al ministero dello Sviluppo economico. L’incontro è slittato rispetto alla data iniziale. Il confronto con i sindacati comincerà invece l’11 gennaio. Alitalia è in piena turbolenza. Oltre alle difficoltà di cassa è in dubbio la permanenza dell'amministratore delegato. Il piano prevede il ridimensionamento di Alitalia e la divisione in due parti. Una parte si occuperà dei voli nel breve raggio e avrà un modello simile alle compagnie low cost. La seconda parte, con modello tradizionale, sarà dedicata ai voli intercontinentali. I due modelli potrebbero sfociare in due diverse società, anche se quest’ipotesi viene ancora smentita.

La Corte costituzionale esaminerà nella camera di consiglio dell’11 gennaio, in aggiunta alle altre cause già fissate, l’ammissibilità delle richieste relative ai tre quesiti referendari, a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare della Cgil: “Carta dei Diritti Universali del Lavoro ovvero nuovo Statuto di tutte le Lavoratrici e di tutti i Lavoratori”. Le richieste sono già state dichiarate conformi a legge dall’Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione lo scorso 9 dicembre. Il primo luglio erano state depositate in Corte di Cassazione oltre 1,1 milioni di firme per ognuno dei tre quesiti referendari. Ricordiamo quali sono i temi dei referendum: la cancellazione del lavoro accessorio (voucher); la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti; nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al disopra dei cinque dipendenti.

Unicredit ha lanciato un aumento di capitale da 13 miliardi. L'assemblea straordinaria dei soci per deliberare sull'operazione è stata convocata per il 12 gennaio. I rischi sono molti, perché il piano industriale prevede ulteriori 6.500 esuberi netti entro il 2019, per una riduzione totale netta dei dipendenti a tempo pieno di circa 14.000 unità . Con pesanti conseguenze in Italia. Unicredit, infatti, ha pianificato un 21% di riduzione della forza lavoro in Italia. Si tratta di un quinto dei dipendenti. Prevista anche la chiusura anche di 800 filiali.

Il 13 gennaio i lavoratori che si occupano di tessile e calzaturiero incroceranno le braccia insieme a quelli del settore elettricità per un sciopero generale. In effetti, la rivendicazione dello sciopero è la stessa per tutti: il contratto. Nel settore tessile-abbigliamento, il contratto è scaduto il 31 marzo scorso, e vede interessati oltre 420 mila addetti. La situazione della trattativa è in stallo a causa per l’irricevibile posizione dell'associazione degli imprenditori (Smi-Confindustria) che è quella di non anticipare più gli aumenti sui minimi contrattuali sulla base di previsioni, ma di pagarli “ex post”, ovvero al termine di ogni anno, invece di anticiparla nell'aumento in busta paga come prevede l'attuale modello contrattuale. Il 13 ci sarà anche una manifestazione nazionale a Firenze durante Pitti Uomo.

Confermato lo sciopero del 13 gennaio da parte dei lavoratori di Start Romagna, l'azienda del trasporto pubblico. Il 22 dicembre l’Assemblea dei soci di Agenzia Mobilità ha confermato il taglio del corrispettivo che verserà a Start per il servizio di trasporto pubblico locale (da 3,96 a 3,61 euro per chilometro vettura). Una decisione che, secondo i sindacati, “comprometterà il futuro prossimo di Start e la solidità del progetto”. Intanto, dopo quello del 14 dicembre a cui i sindaci non hanno partecipato, dovrebbe esserci un nuovo incontro davanti al prefetto di Forlì mentre i sindacati sono in attesa di vedere l’assessore regionale al quale hanno chiesto un incontro il 2 dicembre scorso. L’appuntamento dovrebbe essere fissato per la seconda decade di gennaio.