Giovedì 22 dicembre dalle 17.30 la Fillea Cgil sarà in piazza Sant’Oronzo a Lecce (angolo via V. Emanuele) per difendere i diritti e il contratto dei lavoratori del restauro dei beni culturali. Lecce è una delle principali città italiane scelte dalla Fillea per la campagna nazionale (dopo Roma e Napoli nei giorni scorsi, il 27 dicembre l’iniziativa sarà a Venezia). Una mobilitazione che coinvolge cittadini e turisti, attraverso i volantini multilingue e le cartoline che saranno, una volta firmate, consegnate al ministro del Mibact, Dario Franceschini.

Tra i cantieri dei beni culturali scelti come immagine per le cartoline della Fillea, c’è anche il Santuario del Santissimo Crocifisso della Pietà di Galatone (in provincia di Lecce). “Gli stipendi percepiti dai lavoratori impegnati per il restauro di questo edificio - si legge nel messaggio della cartolina -, patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, sono inferiori al dovuto per centinaia di euro. Nell’appalto per il restauro di questo bene culturale non è stato applicato il contratto nazionale, sottoscritto dalle parti sociali più rappresentative a livello nazionale - come previsto dalla nuova legge sugli appalti e dal ministero del Lavoro -, ma un contratto sottoscritto da organizzazioni minori, che riduce i diritti e taglia i salari. Ministro Franceschini, perché il Mibact non fa rispettare le norme del nuovo Codice degli appalti?”
 
“Il nuovo codice degli appalti e una nota del ministro del Lavoro - spiegano dalla Fillea - stabiliscono che, nei lavori oggetto di appalti pubblici e concessioni, è applicato il contratto collettivo nazionale del settore stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative sul piano nazionale. Ciò non avviene in molti cantieri di restauro, dove spesso si applica un contratto sottoscritto da organizzazioni meno rappresentative che declassa e fa perdere diritti e salario già acquisito da decenni dai lavoratori del settore. Un contratto quindi che rischia di penalizzare ulteriormente chi è già vessato dalla precarietà". La data della consegna è il 5 gennaio e i sacchi, pieni sia di cartoline che di carbone, saranno recapitati al Ministero dei Beni culturali dalla “Befana dei restauratori”.