"La vertenza sul rinnovo del contratto integrativo dei dipendenti della Regione Lazio è stata portata volontariamente a un punto morto. Anche la riunione di delegazione trattante, tenutasi ieri non ha prodotto risultati. Quindi, permane lo stato d’agitazione indetto dalla nostra organizzazione e poi proclamato dall’assemblea delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) contro le politiche sul personale adottate dall’amministrazione Zingaretti, politiche che in questi anni hanno portato solo tagli alle retribuzioni". Così la Fp Cgil di Roma e del Lazio in un comunicato.

"L’amministrazione ha sottoposto al tavolo unicamente la proposta di parte pubblica riguardante i criteri per l’erogazione della produttività collettiva, senza affrontare il nodo delle risorse. Nodo centrale, perché nessun salario di produttività è efficace in presenza di tagli pesanti ai fondi, e al massimo diventa uno strumento di disincentivo, peggiora il clima di un ente e la resa dei dipendenti. L’amministrazione ha aggiornato l’incontro al 5 dicembre impegnandosi per l’ennesima volta a fornire un quadro sulle risorse", prosegue la nota sindacale.

"Questo tergiversare sulla quantificazione del fondo fa temere che quanto annunciato nelle scorse riunioni dall’amministrazione sia già nei fatti e che si stia predisponendo tutto per l’atto unilaterale. Non lo permetteremo. Con il senso di responsabilità che ci contraddistingue continueremo a cercare un punto di incontro sul nuovo contratto integrativo, confermando in caso di mancato accordo l'intenzione di proclamare lo sciopero. Proporremo alle Rsu e agli altri sindacati l’indizione di un’assemblea da tenersi nella sede del Consiglio regionale entro il 21 dicembre. Sarà l’occasione per informare sullo stato della trattativa e, nel caso in cui i fatti lo richiedessero, per decidere la data in cui tenere lo sciopero dei dipendenti della Regione Lazio", conclude l'organizzazione della Funzione pubblica Cgil.