Dopo oltre venti anni di buone relazioni industriali, il settore tessile-abbigliamento torna alla mobilitazione e allo sciopero. E lo fa, con una serie di iniziative di protesta che hanno preso il via il 18 novembre e si concluderanno il 21, per difendere il rinnovo del contratto nazionale di lavoro 2016-2019, scaduto il 31 marzo scorso, che interessa oltre 420 mila lavoratrici e lavoratori impiegati in più di 50 mila imprese, le cui trattative in corso da più di sei mesi con l'associazione imprenditoriale di Confindustria (Smi-Sistema Moda Italia) si sono bruscamente interrotte alla fine di ottobre. Un settore, questo, che negli ultimi cinque anni ha visto perdere oltre 100 mila posti di lavoro, soprattutto tra le donne.

Il 18 novembre, dunque, scioperi, manifestazioni e presidì in molte città italiane. Quello più significativo a Milano (dalle 9,30) proprio davanti la sede di Smi-Confindustria dove hanno partecipato 1.500 lavoratrici e lavoratori, oltre ai segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil. “Riteniamo profondamente sbagliato l'atto di subalternità di Smi nei confronti di Confindustria – ha detto Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, intervenendo al presidio –. Nella nostra cultura contrattuale il salario si negozia non si registra. Con la manifestazione di oggi e con la riuscita dello sciopero (in Lombardia c'è un terzo del settore nazionale, lo sciopero in tutta la regione ha registrato l'adesione di oltre l'80%, ndr) possiamo dire che la risposta delle lavoratrici e dei lavoratori è compatta, così come compatta la posizione del sindacato confederale”.

Ecco alcuni dati forniti dai sindacati sulle iniziative del 18. In Piemonte manifestazione davanti alla sede dell’Unione Industriale di Biella con alta l'adesione: alla Zegna di Biella (70-80%), ai lanifici Angelico e Carlo Barbera (80%), così come alla Sinterama. Punte del 90% alla Zegna Baruffa di Lessona, Lanificio Piacenza e Bmt Strona (Marzotto). Sempre a Biella, lanificio Tollerano (85%), filatura Cervinara (100%), pettinatura Verone (75%). A Novara tra il 60 e il 70%, con punte del 90% alla Zegna di S.Pietro Mosezzo. Vercelli: Tessitura Crevacuore (50%), Zegna Baruffa (100%), Loro Piana (80%), Comero (90%). Torino: Armani (oltre il 50%), Valentino (100%). Previste a Cuneo 8 ore di sciopero per lunedì 21 novembre. In Veneto si registra il presidio a Vicenza davanti alla sede dell’azienda Marzotto con l'80% di adesione, Armani (70%), Valentino (50%), chiusura totale alla Ingas Tintes e alla Rossifloor. A Treviso presidì davanti alla Benetton, alla Monti e alla Olimpias. Nelle Marche la manifestazione regionale davanti alla sede di Confindustria ad Ancona. In Puglia, forte adesione allo sciopero in tutte le aziende del leccese.

Il bis della protesta è già in calendario il prossimo 21 novembre in altre regioni. In Abruzzo sciopero di 8 ore e manifestazione regionale a Penne (Pescara). In Emilia-Romagna previsti numerosi presidi davanti alle sedi delle aziende, tra cui Armani. Stessa cosa in Toscana, con sit-in davanti alle sedi delle Unioni Industriali di ogni territorio.

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