"Le adesioni dei lavoratori metalmeccanici allo sciopero generale indetto da Fim, Fiom, Uilm per dire basta agli omicidi sul lavoro sono state ovunque molto estese, arrivando a toccare punte del 100% alla Lamborghini Motori di Bologna, dell'85% della Bonfiglioli, dell'80% alla Fincantieri di Ancona e Palermo, dell'80% della Denso di Torino e in tantissime altre aziende. Anche negli stabilimenti del gruppo Fca ci sono state adesioni importanti: alla Cnh di San Matteo ha scioperato il 70% dei lavoratori". È soddisfatto per la risposta che è arrivata dai metalmeccanici Maurizio Marcelli, responsabile del settore Salute e Sicurezza della Fiom nazionale. "Questi numeri - afferma in una nota - ci dicono che i lavoratori metalmeccanici in tutti i luoghi di lavoro rispondono allo stesso modo: vogliono che i diritti non siano cancellati. Il diritto al lavoro è anche diritto alla vita e la vita di un lavoratore non è e non potrà mai essere una variabile dipendente dall'andamento dell'impresa".

Marcelli parla dunque di "un segnale importante che i metalmeccanici danno e che sarebbe utile che le imprese e il Governo riuscissero a cogliere perché non si possono smantellare le normative sulla sicurezza ma, al contrario, devono essere rafforzati gli organi di prevenzione e ispezione delle Asl. Inoltre, le imprese dovrebbero sempre avere come priorità la garanzia delle procedure di sicurezza".

"Oggi i lavoratori metalmeccanici hanno dato un segnale di unità - prosegue il rappresentante della Fiom - Un segnale che vuol anche dire riconquistare il Contratto nazionale che riunifica l'insieme dei lavoratori e che è un obiettivo importante, perché anche questo è uno strumento che tutela le persone, i lavoratori. La giornata odierna di lotta è stato il primo passo. Se non ci saranno segnali positivi che determineranno il crollo degli infortuni e delle morti sul lavoro, il nostro impegno sarà quello di continuare sulla strada della mobilitazione".

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