"Non ci interessa se e come Renzi e De Magistris si incontreranno, ma, per il ruolo e la responsabilità che ciascuno svolge, Napoli ha bisogno che le istituzioni recuperino, nella loro azione quotidiana, un efficace livello di cooperazione come base per ogni possibile azione per lo sviluppo della città". E' quanto ha scritto, alla vigilia dell'odierna (12 settembre) visita di Renzi, il commissario della Cgil di Napoli, Walter Schiavella in una lettera aperta al premier e al sindaco del capoluogo partenopeo.

"La partecipazione e le proposte dei cittadini e delle parti sociali - secondo Schiavella - debbono concorrere a riempire di contenuti un quadro unitario di strumenti di programmazione e intervento. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Questa è la sfida che abbiamo davanti, questa è vera responsabilità a cui chiamiamo le istituzioni, questa può essere la base per un vero e nuovo Patto condiviso per la crescita economica e sociale della città". 

"Siamo un paese strano, che si ricorda delle sue fragilità - sottolinea Schiavella - solo di fronte alle tragedie. Da ultima quella del terremoto nell'Italia centrale. Oggi necessità prioritaria è una ricostruzione pronta, socialmente sostenibile, trasparente. Ma da questa tragedia si deve trarre spunto per prendere atto che viviamo in un paese fragile e che il rischio va affrontato in termini strutturali e di prevenzione, lo diciamo da tempo, ma non importa, purché ora non lasciamo che, spenti i riflettori, tutto torni come prima. Casa Italia può essere una risposta, se però si riempie di contenuti e si dota di risorse per intervenire sulla fragilità del paese".

"Napoli e la sua Area Metropolitana - aggiunge Schiavella - sono indubbiamente fra le aree più fragili ed esposte. Il sisma che ha colpito il centro Italia, con il suo carico di distruzione e di morte, non può non ricordare una città devastata, ma non distrutta, dal terremoto del novembre 1980, con i palazzi di via  Stadera sbriciolati perché c'era sabbia nelle strutture portanti. All'indomani del terremoto del 24 agosto, sono state 'snocciolate' notizie e dati sulla vulnerabilità del tessuto urbano della città, fatiscente e inadeguato per come era ed è stato costruito. Solo un edificio su dieci è ritenuto sicuro, la gran parte delle costruzioni private sono state realizzate prima del 1980 e, parlando di strutture pubbliche, ancora più preoccupanti sono le condizioni  di tante scuole di ogni ordine e grado. Una su due non è a norma e il 30% è ubicato in edifici impropri. A Napoli, nonostante le amare esperienze vissute, non esiste una mappatura del rischio sismico e la totalità dei fabbricati è sprovvista della cosiddetta 'carta d'identità', libretto unico, fascicolo del fabbricato, che dir si voglia".

"La visita del Presidente del Consiglio in città - continua Schiavella - avrà valore se sarà usata anche per questo. Non ci interessa cosa il Presidente del Consiglio annuncerà come primi interventi di messa in sicurezza. Da qualche parte si dovrà pure cominciare e se si ricomincia dalle scuole e dagli edifici pubblici va bene. Ma il tema è quanto e come quello sia davvero l'inizio di un progetto credibile di messa in sicurezza del territorio e della città e della sua Area Metropolitana. L'annunciato programma Casa Italia avrà quindi bisogno di mettere a sistema tutte le risorse disponibili su i diversi programmi di intervento (Bonus risparmi energetici, interventi di recupero delle periferie, interventi sui centri storici, programmazione Fondi Comunitari) definendo idonei strumenti di coordinamento, di programmazione, di partecipazione attraverso i quali selezionare le priorità".

"Le città hanno un ruolo rilevante in quanto motori per lo sviluppo - conclude Schiavella -  ma anche luoghi di criticità e fragilità statiche e sociali. Se pensiamo a Napoli, insieme alle criticità, a partire dalla tenuta della coesione sociale, dalla garanzia della sicurezza, dall’istruzione e così via, si evidenziano anche le opportunità di valorizzazione delle tante eccellenze della città e soprattutto dei tanti programmi di intervento potenzialmente attivi sui suoi futuri assetti urbani (Centro Storico, Pompei, Bagnoli, Napoli est, riqualificazione di periferie, progetto Sirena) che vanno rilanciati, coordinati e messi a sistema con la programmazione ordinaria dei diversi livelli istituzionali. Un obiettivo di queste dimensioni ha bisogno di azioni sinergiche e integrate delle Istituzioni, dei cittadini e delle stesse parti sociali. Le istituzioni, superando gli attuali conflitti e incomprensioni. I cittadini, con strumenti accessibili di partecipazione democratica. Le parti sociali, con modelli non formali di selezione trasparente delle priorità e di mediazione degli interessi".