“Dovrebbe essere un’ottima notizia per il Sud e la Puglia, ma non ci sentiamo di condividere in pieno l’ottimismo di alcuni esponenti del Governo. Come già denunciato in passato i 13,4 miliardi di euro per le aree del Mezzogiorno rivenienti dal Fondo Sviluppo e Coesione sono di gran lunga inferiori ai 39 miliardi preannunciati e quasi dimezzati rispetto a quanto previsto dal Fondo FAS 2007-2013, di cui il Fondo Sviluppo e Coesione è la continuazione”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, in relazione allo sblocco del Cipe dei fondi per infrastrutture e opere pubbliche nel Mezzogiorno d’Italia.

“Solo per la Puglia – afferma l'espoente della Cgil – ci troviamo ad avere una decurtazione di 1,5 miliardi di euro, passando dai 3,5 miliardi previsti nella programmazione 2007-2013 ai 2,1 miliardi del Patto per la Puglia. Se questo è manifestare maggiore interesse per la aree del Mezzogiorno c’è poco da essere felici”.

Al di là della legittima delusione per la riduzione delle risorse, per la Cgil Puglia “occorre ora impegnarsi perché le stesse non rimangano sulla carta. Va colta la sollecitazione del viceministro per lo sviluppo Bellanova a Regioni e Governo ma ci permettiamo di aggiungere – sottolinea Gesmundo – anche tra Regione e Area Metropolitana barese. Con la speranza che questa interazione non sia a senso unico, ma che ci sia una vera condivisione di un progetto per lo sviluppo della regione, senza nessun diktat governativo”.

Resta poi fondamentale per la Cgil Puglia “il nodo dei processi autorizzativi e il ruolo spesso frenante delle grandi stazioni appaltanti, in primo luogo l’Anas. Proponiamo una cabina di regia, un tavolo permanente tra i soggetti beneficiari e attuatori con le parti sociali ed economiche, per evitare che si producano i soliti intoppi che finiscono per vanificare gli interventi. Noi faremo la nostra parte – dichiara Gesmundo – perché si esca dalla logica degli annunci roboanti e si aprano finalmente i cantieri, si realizzino le opere, si eroghino servizi. Soprattutto si crei nuova occupazione perché è indifferibile riuscire a dare risposte concrete alle persone”.

La realizzazione delle opere pubbliche e infrastrutturali “è fondamentale per ridurre il divario tra le regioni del Mezzogiorno con il resto del Paese, ma solo se accompagnate da politiche economiche e industriali che incidono strutturalmente sui ritardi del Mezzogiorno. Altrimenti il rischio è che tra qualche anno, forse, avremo il completamento delle opere ma in una realtà produttiva desertificata”. Da qui l’esortazione della Cgil Puglia “ad azioni in grado di individuare e adottare tutti gli strumenti finalizzati a sostenere le realtà produttive qui insediate e a rendere i nostri territori attrattivi per nuovi investimenti. Riteniamo a questo punto indispensabile che il presidente Emiliano ci convochi per discutere anche delle priorità nell’utilizzo delle risorse”.