Via libera definitivo all'accordo sulla riduzione dei comparti della pubblica amministrazione. A distanza di oltre cento giorni dall'intesa raggiunta lo scorso 5 aprile, oggi Aran ( l'Agenzia che rappresenta il governo) e sindacati hanno sottoscritto l'accordo che ridisegna i settori della contrattazione, riducendoli da undici a quattro. Disco verde formale, quindi, a un'intesa che aveva ottenuto lo scorso 15 giugno l'ok da parte del Consiglio dei ministri e che costituisce l'ultimo atto, la precondizione, per l'apertura del confronto sui rinnovi contrattuali.

Un testo che porta in calce le firme delle sigle sindacali confederali, oltre quella dell'Aran, e che la Cgil saluta, nelle parole di Serena Sorrentino, così: “Oggi - afferma la segretaria confederale Cgil - abbiamo ratificato quanto sottoscritto il 5 aprile scorso. Un atto formale su un accordo raggiunto diversi mesi fa”. Sorrentino ricorda, infatti, l'accordo siglato nella notte il 5 aprile dopo una lunga e serrata trattativa. Eppure da allora, “nonostante reiterate dichiarazioni della ministra Madia, così come dello stesso premier Renzi, non c'è ancora traccia di convocazione per l'avvio della trattativa per i rinnovi dei contratti pubblici”. Parole che si misurano col tempo trascorso: “Siamo a un anno esatto dalla sentenza della Corte sull'illegittimità del blocco dei contratti nella pubblica amministrazione - ricorda la dirigente sindacale - e a oltre cento giorni dall'accordo sulla riduzione dei comparti”.

Il testo, in sintesi, riprende l'intesa di aprile e individua così quattro nuovi comparti: Funzioni centrali (circa 247 mila occupati), Funzioni locali (457 mila), Istruzione e ricerca (1 milione e 111 mila) e Sanità (531 mila). Una riduzione, frutto dell'aggregazione di settori, in linea con la politica della Cgil di riduzione dei contratti. Si ribadisce, tra le altre cose, la centralità del contratto nazionale, la valorizzazione della contrattazione decentrata, con funzioni piene per le Rsu e chiave per intervenire sui temi dell'organizzazione del lavoro e dei servizi. Il tutto con l'obiettivo di riconoscere il ruolo e il valore dei lavoratori e valorizzare i servizi resi ai cittadini.

Individuato il perimetro, con il varo di questo atto previsto dalla legge, terminano così i passaggi propedeutici al rinnovo dei contratti pubblici. Siamo, infatti, a un anno esatto dalla sentenza dell'Alta corte che giudicò illegittima la reiterazione del blocco contrattuale. Finiscono così gli alibi e - seguendo la linea emersa ieri (martedì 12 luglio) nel corso dell'Attivo nazionale di Cgil, Cisl e Uil - si entra a pieno nel tempo dei contratti: “Non aspetteremo oltre - precisa Sorrentino -: senza una convocazione, senza l'avvio subito del confronto per i rinnovi, intensificheremo la mobilitazione per 'Contratto Subito'”.