Oggi (mercoledì 13 luglio) è il giorno della firma: i sindacati di categoria sono convocati all'Aran per la sottoscrizione definitiva dell'accordo che riduce da 11 a 4 i comparti del pubblico impiego. Si tratta dell'atto finale di un negoziato già chiuso: dopo averlo superato, non ci sarà nessun ostacolo all'avvio della stagione contrattuale. Per luglio è infatti attesa la convocazione del ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, per l'apertura dei tavoli sui rinnovi dei contratti pubblici.

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L'intesa tra Aran e sindacati sui comparti è composta di 12 articoli. Nella ricostruzione dell'agenzia Ansa, viene innanzitutto definito il loro perimetro: "le funzioni centrali" con 247mila dipendenti, le "funzioni locali" con 457mila, la "sanità" con 531mila e il mega agglomerato "istruzione e ricerca" con ben 1 milione e 111mila unità di personale. Sono poi stabilite le aree dirigenziali, anche queste ridotte da otto a quattro: 6.800 dirigenti nel 'comparto dello Stato', 15.300 negli enti locali, 7.700 nell'area della 'conoscenza' e 126.800 nella sanità, quasi tutti medici. La presidenza del Consiglio resta fuori dalla divisione dei comparti. Rispetto all'assetto precedente, gli accorpamenti hanno toccato in sostanza due settori, quello della conoscenza, visto che prima scuola, ricerca e università era differenziate, e quello 'colletti bianchi', finora divisi tra ministeriali, dipendenti delle agenzie fiscali o degli enti pubblici non economici.

All'articolo 9 vengono sancite le "norme transitorie" per cui, si legge nell'accordo, "entro il termine perentorio di 30 giorni" dalla data di sottoscrizione dell'accordo "le organizzazioni sindacali possono dar vita, mediante fusione, affiliazione o altra forma, ad una nuova aggregazione associativa a cui imputare le deleghe". Una misura 'salvagente' per i sindacali più piccoli che nel nuovo assetto rischiano di scomparire, scivolando sotto il 5% di rappresentatività. L'Aran ha poi acconsentito ad allungare i tempi fino a conclusione del 2017.

L'intesa era arrivata nella notte tra il 4 e il 5 aprile. “Raggiunto l'accordo sulla riduzione dei comparti, ora il governo non ha più alibi: si rinnovino i contratti pubblici e lo si faccia subito, mettendo le risorse necessarie. Il sindacato ha fatto la sua parte, adesso tocca al governo fare la sua”. Questo il commento di Cgil, Fp Cgil e Flc Cgil rilasciato in quell'occasione.