"La fiducia nella giustizia è un fondamento della convivenza civile, ma a volte si ha l'impressione che la legge per qualcuno - i dirigenti di una multinazionale -, sia più uguale che per altri, i lavoratori che hanno perso la vita, mentre erano di turno in una fabbrica priva di misure di sicurezza". Così il segretario confederale Cgil, Fabrizio Solari, commenta le ultime notizie relative al processo Thyssen, dopo l'udienza davanti alla quarta sezione penale della Corte di Cassazione, riunita ora in camera di consiglio, in cui il Pg ha chiesto l'annullamento delle condanne per i sei imputati e un terzo processo di appello.

"Gli infortuni e i morti sul lavoro continuano ad aumentare – sottolinea il dirigente sindacale –, e dare un segnale di tolleranza in tale direzione, annullando le condanne e rimandando il giudizio, sarebbe ingiusto e sbagliato. Il rogo del 2007 ha ucciso sette operai che stavano lavorando in uno stabilimento in via di chiusura, dove gli impianti non si erano fermati, nonostante le norme sulla sicurezza non fossero più rispettate".

"Le pene per i sei imputati sono già state mitigate, con una riduzione della portata storica della sentenza di primo grado. Dopo otto anni – conclude il sindacalista – non sarebbe accettabile un ulteriore rinvio a un nuovo processo, con la possibilità di nuovi sconti di pena: la giustizia non può aspettare".